Bolkestein, l’incubo degli ambulanti: «Non sono solo le spiagge a rischiare»

Bolkestein, l’incubo degli ambulanti: «Non sono solo le spiagge a rischiare»
Bolkestein, l’incubo degli ambulanti: «Non sono solo le spiagge a rischiare»
di Veronique Angeletti
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Sabato 20 Gennaio 2024, 04:00 - Ultimo aggiornamento: 21 Gennaio, 07:08

ANCONA Storia (in)finita tra ambulanti e Bolkestein? Non è facile rispondere. Le bancarelle hanno dalla loro parte il Ddl sulla concorrenza recentemente approvato; ma di contro le rilevanti perplessità del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sul comma 5 dell’articolo 11 che il Governo Meloni ha promesso di riconsiderare. Rinnova in automatico per altri 12 anni le licenze a chi già le ha e mette a gara le nuove con un termine di 10 anni. 

 


Il lato positivo


Cosa che al mondo del commercio ambulante regala un futuro poiché salvaguarda il legittimo affidamento ma per il Quirinale presenta «profili di contrasto» introducendo l’ennesima proroga automatica delle concessioni in essere, per un periodo estremamente lungo, in modo che appare incompatibile con i principi ribaditi dal diritto europeo.

Quindi cosa succederà? «Ci stiamo lavorando – dichiara il professore Massimiliano Polacco, segretario di Confcommercio Marche - per rivedere la situazione normativa e portarla ad un’evidenza pubblica che possa pertanto fare in modo che rispetti la normativa europea da un lato e dall'altro lato metta in sicurezza le nostre imprese». 


La questione aperta


Un problema che andrà affrontato in Conferenza Stato-Regioni dove le Marche valgono molto e da diversi anni. Regione coordinatrice tecnica del settore, fa dell’assessore Andrea Maria Antonini il presidente della commissione Sviluppo economico. Intanto il commercio ambulante teme di ritrovarsi al punto di partenza. «Questo perché il settore è sul chi va là dal 2010. Da quando è stata recepita la direttiva Bolkestein nel nostro Paese - osserva Alessandro Ligurgo direttore di Confesercenti Pesaro -. Poi, si era trovata un'intesa, in sede di conferenza Stato-Regioni, per i bandi di rinnovo ma questa intesa è stata azzoppata da un lunghissimo stop&go, fatto di proroghe, annullamenti, riforme e controriforme. Il risultato è che solo alcuni Comuni hanno potuto effettuare le procedure selettive citate dal Capo dello Stato».


E aggiunge: «Adesso abbiamo il Ddl che mette la parola fine a questa storia e spetta alle regioni far uscire un regolamento di esecuzione che tuteli in qualche modo un settore composto da tante microimprese e ridare slancio alle loro attività». Un comparto che ha davvero sofferto questi ultimi anni. A livello nazionale, rispetto al 2006, le autorizzazioni attualmente in vigore sono al minimo storico. Infatti, dopo avere raggiunto un picco nel 2016, le 195.583 autorizzazioni al 31 marzo 2023 si sono ridotte a 160.145. Una tendenza che si è verificata anche nella nostra regione. «Purtroppo – spiega Gilberto Gasparoni, il Segretario di Confartigianato – abbiamo perso anche nelle Marche più del 30% degli operatori che sono una linfa vitale per i quartieri e i borghi. Il settore si è impoverito molto con la chiusura di almeno 1300 attività per colpa della crisi economica dal 2018, ma anche per il freno ad investire da parte degli operatori. Proprio perché non c'è un inquadramento normativo sicuro».


Cosa serve


Inoltre, secondo Gasparoni, «avere una legge che regolamentasse correttamente il comparto consentirebbe ai Comuni di rivedere il piano organizzativo dei mercati e anche delle fiere, e di rilanciare un settore, il commercio ambulante, fondamentale per i rapporti sociali e l’economia dei centri commerciali naturali e dei borghi». 


L’analisi


Nella sua analisi dello stato dell’arte, emerge che ci sono sempre meno operatori ma anche sempre meno offerta, mentre è proprio la qualità delle proposte ad attirare clienti e a fare del mercato un volano per il paese. «Con una legge operativa e perfezionata dai regolamenti delle regioni, i Comuni sono in grado di riprogrammare e modernizzare le logiche con cui organizzano i mercati e le fiere». Come stimolare l’artigianato locale ad essere più presente, prevedere un settore per le proposte innovative, imporre una netta distinzione tra chi vende abiti usati e nuovi, dare indicazioni strategiche affinché il mercato sia più qualificato o una fiera ancora più specializzata.

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