ANCONA Sarà pure una crescita contenuta, sotto il punto percentuale, ma l’industria manifatturiera marchigiana continua il suo trend in ascesa anche nell’ultimo report, relativo al quarto trimestre dell’anno scorso, in controtendenza per altro con la media nazionale, che segna una decrescita marcata. È quanto emerge dall’indagine trimestrale condotta dal Centro Studi “Giuseppe Guzzini” di Confindustria Marche, in collaborazione con Intesa Sanpaolo, sui dati congiunturali, secondo cui l’industria regionale legata alle manifatture chiude il quarto trimestre 2022 con attività produttiva debole e attività commerciale stazionaria rispetto ai livelli rilevati nello stesso periodo del 2021.
Sopra la media
Secondo i risultati nel trimestre ottobre-dicembre la produzione industriale ha registrato una variazione dello 0,9% su base tendenziale, risultato debole anche se migliore di quello osservato a livello nazionale (-2,4%). Non tutti i comparti, ovviamente, hanno avuto un andamento omogeneo e a segnare il risultato positivo è stato soprattutto l’export, mentre il mercato interno ha segnato il passo. «Il dato medio nasconde dinamiche molto differenziate tra i diversi settori dell’economia - informa una nota di Confindustria - , con alcuni comparti che hanno sperimentato variazioni positive dei livelli di attività e altri che hanno chiuso il trimestre con risultati più deboli».
Nel quarto trimestre 2022 l’attività commerciale complessiva è risultata “stazionaria”: l’andamento delle vendite in termini reali ha registrato una contenuta flessione (-0,2%) rispetto allo stesso periodo del 2021, con una contrazione sul mercato interno e un aumento sul mercato estero.
Il post Covid
Si è esaurito l’effetto del rimbalzo post-Covid registrato l’anno scorso, almeno sul mercato nazionale, con le vendite che nel trimestre esaminato hanno registrato un calo del 3,6% rispetto al 2021.
L’analisi
«I risultati dei principali settori - è l’analisi del presidente di Confindustria Marche Roberto Cardinali – sono ancora influenzati dal differente andamento della domanda domestica e di quella estera con alcuni comparti che hanno sofferto il rallentamento ulteriore della componente interna, mentre altri hanno beneficiato della ripresa della componente estera». Siamo in uno scenario in cui, pur incidendo meno rispetto ai mesi centrali dell’anno, pesano sempre «le difficoltà sui mercati di approvvigionamento e la crescita dei costi, inclusa l’energia», fa notare Cardinali, fattori che «ancora comprimono la flessibilità di azione delle imprese, mantenendo elevato il rischio di rottura della regolarità dei processi». Proprio alle fibrillazioni legate ai costi e alle difficoltà di approvvigionamento, conclude la sua analisi il presidente di Confindustria Marche, «appare in larga parte associata la cautela dei giudizi formulati dagli operatori riguardo alla congiuntura per i prossimi mesi».