Brizioli (Aiop), molti pazienti non riescono ad avere accesso a questi servizi: «Tariffe ferme da oltre 10 anni così non si coprono i costi reali»

Brizioli (Aiop), molti pazienti non riescono ad avere accesso a questi servizi
Brizioli (Aiop), molti pazienti non riescono ad avere accesso a questi servizi
di Véronique Angeletti
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Martedì 20 Febbraio 2024, 02:45 - Ultimo aggiornamento: 15:33

La Regione Marche con una delibera a dicembre 2023 ha rivalutato la tariffa per gli anziani non autosufficienti in residenza protetta che da 33,51 euro sono diventate 37,70 e per le persone con demenza da 45 a 50,63 euro. 
Dottor Enrico Brizioli, come coordinatore della commissione nazionale Rsa dall’Aiop, associazione che raggruppa le aziende private sanitarie ospedaliere e le sociosanitarie residenziali, cosa ne pensa di questi aumenti?
«Va riconosciuto alla Regione l’impegno e lo sforzo di questo aumento che è di circa il 12,5% e copre almeno l’inflazione degli ultimi due anni. Tuttavia, le tariffe erano ferme da più di dieci anni ed erano già basse in origine, tra le più basse in Italia, e questo crea non pochi problemi oggettivi di copertura dei costi reali».  
Per esempio? 
«La Regione Marche ha fatto un passo avanti e considerando che si tratta di oltre 4mila posti letto a 5 euro stiamo parlando di una manovra che vale circa 7 milioni di euro l’anno in più per il settore. Ma il punto di partenza era talmente basso che rimane alta la necessità di una significativa compartecipazione alla spesa da parte delle famiglie».
Quanto significativa?
«Deve coprire il differenziale di spesa che, per questo tipo di assistenza, va da 105 a 110 euro al giorno e quindi quote in capo alle famiglie di 60/65 euro al giorno che le singole strutture giustificano con la necessità di erogare minuti di assistenza o altri servizi superiori a quelli calcolati nello standard. Questo comporta anche continue discussioni con i distretti sanitari che per motivi sociali spingono per tenere basse le rette dette alberghiere in carico alle famiglie. Resta poi aperto il problema della contrattualizzazione di ulteriori post letto, già accreditati e occupati ma non coperti con budget Ssn». 
Ma il convenzionamento è in aumento.

«Si, la Regione Marche ha convenzionato l’85% dei posti letto autorizzati, ma la domanda è in progressiva crescita. Molti pazienti non hanno accesso a questi servizi che sono in realtà diritti soggettivi quando si è in condizione di non autosufficienza. Rimane poi aperto il capitolo della Rsa». 
Non contemplate da questa delibera.
«Le Rsa sono strutture a più alto livello di assistenza, destinate a pazienti più complessi che non possono essere adeguatamente assistiti nelle residenze protette. Ha tariffe di base più alte, circa 80 euro di quota sanitaria, ma anche queste ferme da più di 10 anni. In ogni caso la Regione ha dato un primo segnale importante ma qui siamo di fronte ad un problema nazionale che oltre ai costi dell’inflazione riguarda la carenza di personale e la sua giusta remunerazione. Domani (oggi, ndr) come delegazioni di Aiop ed Aris nazionali apriremo a Roma il tavolo di confronto con i sindacati sul contratto collettivo nazionale del lavoro del settore sociosanitario. L'obiettivo è di collegare, a parità di qualifiche e mansioni, le remunerazioni degli operatori di questo settore a quelle delle strutture sanitarie pubbliche. Ovviamente con le medesime garanzie di copertura da parte del Ssn».
Cosa succederà?
«Il mercato del lavoro è condizionato in larga parte dai contratti della sanità pubblica. Sia l'Aiop, sia l'Aris (associazione religiosa istituti sociosanitari ndr) hanno recentemente firmato dei nuovi contratti nazionali “ponte” che comportano, senza alcune coperture, forti aumenti di costo e tuttavia non sono ancora sufficienti a ridurre il divario retributivo tra le persone che lavorano nel settore sociosanitario e persone con identica qualifica professionale che lavorano nelle strutture pubbliche».
Tradotto?
«Poiché queste strutture lavorano per conto del Ssn, così come la manovra di bilancio di quest'anno ha messo quasi 3 miliardi per il rinnovo dei contratti della sanità pubblica, il governo deve prevedere una analoga copertura per quella parte di Ssn che è garantito da strutture ed operatori dell’accreditato, e stiamo parlando di oltre 300 mila addetti, solo nelle Marche di 5 a 6 mila persone». 

 

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