VISSO Gravemente malata, era stata abbandonata dal branco. Ma da venerdì scorso per la lupa Sibilla è iniziata una seconda vita: finalmente può correre di nuovo libera sui monti. La sua è una storia di riscatto, di rinascita. Proprio quella rinascita che sta cercando un intero territorio colpito dal sisma, di cui l’animale, per certi versi, è diventato un simbolo. Il nome Sibilla, in onore dei Monti Sibillini, è un augurio di longevità. E la lupa è riuscita a sopravvivere per miracolo.
La vicenda
Il Parco nazionale dei Monti Sibillini ha concluso con successo l’intervento di rilascio in natura.
L’attenzione
La ricrescita del pelo era stata completata. Le attività di cura, gestione e alimentazione dell’animale, sia al centro di WildUmbria, sia al centro di Castelsantangelo sul Nera, si sono svolte prestando la massima attenzione a non mettere in atto interazioni con l’uomo tali da favorire comportamenti di imprinting o comunque confidenti. Il rilascio dell’animale è avvenuto con delicate operazioni di cattura con la telenarcosi. Per il ritorno in natura di Sibilla è stata scelta una valle nel territorio di Norcia, che presenta le caratteristiche ambientali idonee: presenza di boschi, prede naturali, radure e punti d’acqua. Un’area che, per i dati a disposizione del Parco dei Monti Sibillini, ricade nel territorio del suo branco di origine. La lupa è dotata di radiocollare satellitare che consentirà di seguirne costantemente i movimenti. La speranza è che possa riadattarsi bene alla vita in natura e ricongiungersi al proprio gruppo familiare, da cui è rimasta separata per oltre quattro mesi.