Arriva la conferma dell'Ingv: «Non è stato un terremoto. Si è trattato di un boom sonico»

Il sismometro dell'Ingv
Il sismometro dell'Ingv
di Mauro Giustozzi
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Venerdì 11 Agosto 2023, 02:05 - Ultimo aggiornamento: 12:13

MACERATA - Si è trattato di un boom sonico provocato da un aereo (o forse due) che ha abbattuto il muro del suono, niente terremoto. A mettere il timbro su quanto accaduto e sentito alle ore 18 di mercoledì scorso in tutta la provincia è l’Ingv, l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, i cui sismografi hanno registrato il boato che ha creato spavento anche nel maceratese. 

 

«Un aereo militare (o forse due) ha solcato i cieli marchigiani superando probabilmente la barriera del suono, provocando quello che viene definito un boom sonico - hanno spiegato Simone Marzorati, Alessandro Amato e Concetta Nostro dell’Ingv -.

In questo caso i nostri sismometri non si sono fatti sfuggire l’evento “sismico”. Quasi tutte le stazioni presenti nelle Marche hanno rilevato il fenomeno. L’andamento del segnale evidenzia la propagazione dell’onda “sismica” attraverso la regione, con una velocità apparente che è molto più bassa di quella tipica di un’onda che si propaga nella crosta terrestre. In aria, infatti, le onde viaggiano alla velocità del suono, circa 340 m/s (0.34 km/s), mentre nelle rocce le velocità delle onde P sono di alcuni km/s, tipicamente 5-6 km/s nella crosta e oltre 8 km/s nel mantello».

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Gli esperti dell’Ingv hanno poi chiamato in causa anche quanto accaduto pochi giorni fa nella capitale che aveva suscitato momenti di paura tra gli abitanti di alcuni quartieri. «Dopo il concerto del 7 agosto al Circo Massimo di Roma, responsabile di un piccolo “terremoto” avvertito in molti quartieri della capitale -hanno ricordato Marzorati, Amato e Nostro- il 9 agosto è toccato agli abitanti delle Marche, da Ancona a Macerata, passando per Tolentino e Corridonia, di avvertire un sisma provocato dall’uomo. Ma questa volta l’origine non va ricercata sulla terra, qualche decina di migliaia di scalmanati che saltavano, ma in cielo». 

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