Nessuna croce manca, nella ricognizione che Ruggero Giacomini fa in questo libro. Le croci sono le vite spezzate della popolazione marchigiana, dall'8 settembre 1943 alla fine del '44.
I nomi dei caduti
Giorno per giorno e luogo per luogo, sono riportati i nomi dei caduti e sono ricostruite le circostanze in cui persero la vita. È un lungo regesto, introdotto da un saggio, con cui l'autore analizza la situazione creata dall'armistizio, le conseguenze per la popolazione: da una parte, la stretta nazi-fascista sul Paese che, da amico, s'era trasformato in nemico; dall'altra, i bombardamenti aerei che sferrarono le forze alleate sui punti strategici, per indebolire l'offensiva tedesca, ma devastando intere città e mietendo vittime innocenti. È ancor più agghiacciante leggere queste pagine oggi, su un tema già largamente trattato da migliaia di storici, non solo marchigiani, negli ottant'anni che ci separano dagli eventi. Agghiacciante, perché la rievocazione suscita l'angoscia, che credevamo metabolizzata, per un lutto all'apparenza ormai elaborato: è troppo evidente e dolorosa l'analogia tra quella nostra tragedia, e il dramma che colpisce, in questi mesi e giorni, poco meno di sessanta paesi nel mondo, Ucraina e Gaza tra i più vicini a noi e noti. Merito dell'autore è riproporci ora, con l'evidenza del lunghissimo elenco delle vittime nelle Marche, quei mesi di una guerra che all'improvviso, da fronti e campi di battaglia lontani, si abbatté sulla Penisola, coinvolgendo milioni di civili.
La Costituzione
Giacomini ci ricorda che è scritto a chiare lettere nella nostra Costituzione. Non è scontato, vale la pena ricordarlo ai giovani, che non hanno mai vissuto nascosti in casa per non essere rastrellati da un esercito invasore; alle ragazze, che non hanno rischiato di essere violate dai soldati durante le razzie; a tutti coloro, infine, che non hanno perso i famigliari a causa di una rappresaglia, o la casa sotto un bombardamento aereo. Oggi, in Ucraina, a Gaza e in troppi luoghi nel mondo, intere popolazioni lo sanno bene, subiscono sulla pelle le conseguenze di una guerra, anacronistica e ingiusta.