Imita la firma del defunto e intasca l'eredità di quasi 2 milioni di euro: denunciato amministratore di sostegno a Fermo

Imita la firma del defunto e intasca l'eredità da quasi 2 milioni di euro: denunciato amministratore di sostegno a Fermo
Imita la firma del defunto e intasca l'eredità da quasi 2 milioni di euro: denunciato amministratore di sostegno a Fermo
di Maria Teresa Bianciardi
2 Minuti di Lettura
Martedì 23 Aprile 2024, 10:22 - Ultimo aggiornamento: 24 Aprile, 07:14

FERMO - Ha imitato la firma del cugino defunto per falsificare due testamenti ed intascare l'eredità, un tesoro da 1,8 milioni di euro: da amministratore di sostegno del parente gravemente ammalato, si è così trasformato in erede universale, facendo figurare come erede anche la moglie a cui sarebbe andata la polizza vita. Poi con una parte dei soldi, ha effettuato diversi investimenti finanziari. Il neo milionario però, nell'arco di pochi mesi, è passato dal contare i soldi a fare i conti con la giustizia. L'uomo infatti è stato denunciato dopo un'indagine minuziosa portata avanti dai finanzieri del Comando Provinciale di Fermo su disposizione della Procura della Repubblica.

Le indagini sono scattate dopo la denuncia presentata da un'erede legittimo e le perizie grafologiche-calligrafiche hanno potuto accertare la falsità dei testamenti pubblicati a seguito della morte dell’assistito.

In particolare, a distanza di circa un mese dal decesso dell'uomo benestante ma sottoposto ad amministrazione di sostegno a causa del suo stato vegetativo e dell’incapacità di intendere e di volere, erano stati pubblicati due testamenti a cura dell’amministratore di sostegno, nonché cugino del defunto. Dalla lettura degli atti risultava che l’assistito aveva nominato, con il primo testamento, il suo stesso amministratore di sostegno in qualità di erede universale e con il secondo testamento la moglie dell’amministratore, in qualità di beneficiario di una polizza vita, in sostituzione dei beneficiari precedentemente indicati in polizza.

All’interno del primo testamento, era stato espressamente indicato che la designazione ad erede universale dell’amministratore di sostegno era motivata dalla vicinanza e l’assistenza che lo stesso aveva garantito al de cuius negli ultimi anni della sua esistenza.

Mediante una specifica consulenza grafologica-calligrafica è stata invece appurata la falsità dei testamenti, che sarebbero stati redatti dall’amministratore di sostegno di proprio pugno: le firme apposte sui due documenti olografi, perfettamente sovrapponibili, secondo quanto emerso dalla perizia disposta potrebbero essere state riprodotte dallo stesso amministratore, per imitazione, usando a modello la firma in calce alla carta d’identità del defunto.

Una volta acquisito il patrimonio di 1,8 milioni di euro, l’erede illegittimo e la sua famiglia hanno portato avanti una serie di operazioni finanziarie diversificate, investendo in titoli una parte della somma: le capillari indagini esperite dai finanzieri del Gruppo di Fermo, anche mediante accertamenti bancari, hanno consentito di identificare tutti i flussi di denaro che è stato posto sotto sequestro.

L'amministratore di sostegno è stato denunciato per  falsità in testamento olografo, cambiale o titoli di credito, falsità materiale commessa dal privato e falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, per aver falsificato un atto pubblico con rilevanza giuridica.

© RIPRODUZIONE RISERVATA