Si tratta dei primi dati comunicati dall' Inps in merito al reddito di inclusione, le cui domande si potevano presentare proprio a partire dal primo dicembre scorso. La nuova misura permanente di contrasto alla povertà viene riconosciuta ai nuclei familiari che hanno un Isee non superiore a 6.000 euro e un valore del patrimonio immobiliare, diverso dalla casa di abitazione, non superiore a 20.000 euro: la misura può riguardare in prima battuta una platea di 490.000 famiglie per circa 1,8 milioni di persone nel complesso. Sono dunque ancora parecchie le famiglie che devono prendere confidenza con la nuova facilitazione e presentare la domanda: qualche "ingorgo", infatti, c'è stato, visto che i Caf, presi d'assalto ai primi dicembre, hanno richiesto un tavolo di coordinamento con il ministero del Lavoro, l' Inps, l'Anci in modo da poter «assicurare, nell'immediato e per il futuro, una puntuale e capillare assistenza, affinché nessuno che ne ha o che ne avrà diritto resti escluso da questo sostegno».
A regime, dopo luglio, la misura riguarderà una platea di 700.000 famiglie per circa 2,5 milioni di persone.
La misura che prevede anche un progetto personalizzato per aiutare il nucleo ad uscire dallo stato di bisogno prevede un beneficio economico fino a 187 euro nel caso di componente unico della famiglia e un tetto di 485 euro al mese nel caso di famiglia in difficoltà con almeno cinque persone. Le prime carte Rei potranno essere riconosciute a partire dal 2018. Il progetto viene predisposto con la regia dei servizi sociali del comune che operano in rete con gli altri servizi territoriali come Asl, scuole, centri per l'impiego.