Importanti novità in casa Google e non solo: da oggi (6 marzo) sono entrati pienamente in vigore tutti gli obblighi da rispettare da parte delle piattaforme gatekeeper secondo quanto stabilito dalla legge Ue sui mercati digitali, il Digital Markets Act (DMA). L'obiettivo della Commissione è quello di vietare ai giganti tecnologici di favorire troppo i propri servizi. Tra questi, c'è Google Maps: in molti si saranno già accorti che da qualche tempo è molto più complicato arrivare alla famosa applicazione di mappe a partire da Google. Il motivo è strettamente collegato a una serie di modifiche che sono state apportate al motore di ricerca proprio per rispettare le nuove norme che da oggi entrano in vigore.I gatekeeper
Alphabet, Amazon, Apple, ByteDance, Meta e Microsoft: sono questi i sei gatekeeper ritenuti responsabili delle violazioni dei diritti dei consumatori nello spazio digitale, qualora non rispettassero i parametri fissati dai legislatori europei. La designazione ufficiale dei gatekeeper è stata fatta dalla Commissione Europea il 6 settembre dello scorso anno (al termine di un periodo di scrutinio di 45 giorni). Le sei piattaforme condividono un fatturato annuo di almeno 7,5 miliardi di euro all’interno dell’Ue negli ultimi tre anni, una valutazione di mercato superiore ai 75 miliardi di euro, almeno 45 milioni di utenti finali mensili e 10 mila utenti aziendali stabiliti nell’Ue.
Il regolamento
La legge sui mercati digitali specifica con precisione non soltanto le caratteristiche per identificare i gatekeeper, ma anche i loro obblighi. I gatekeeper devono garantire il diritto degli utenti di disdire l’abbonamento ai servizi della piattaforma principale e l’interoperabilità delle funzionalità di base dei servizi di messaggistica istantanea.
Tra i gatekeeper con la posizione più difficile c'è Alphabet, l’azienda che offre una sterminata serie di servizi su Internet, tra cui Google e Android. I criteri del DMA riguardano servizi come Google Play, il sistema di mappe Google Maps, il motore di ricerca Google Search, YouTube etc. Sono già mesi che Alphabet sta lavorando in molti dei propri settori per disaccoppiare i servizi e dare maggiore visibilità alla concorrenza. Per quanto riguarda Chrome, per esempio, non c'è più Google preimpostato come motore di ricerca, ma dovrà essere scelto. Un discorso simile vale per Google Maps: se si prova a cercare una via su Google, non uscirà più Google Maps come primo risultato, una vera rivoluzione.