Dichiarazione redditi, 730 verso l’addio: basterà un questionario. Procedura guidata on line. Cosa cambia

Stop a riquadri, codici tributo e alle (complicate) istruzioni

Dichiarazione redditi, 730 verso l’addio: basterà un questionario. Procedura guidata on line. Cosa cambia
Dichiarazione redditi, 730 verso l’addio: basterà un questionario. Procedura guidata on line. Cosa cambia
3 Minuti di Lettura
Martedì 5 Marzo 2024, 08:30 - Ultimo aggiornamento: 08:31

Niente più riquadri da riempire, codici tributo da imparare a memoria, lunghissime e complicate istruzioni di compilazione da studiare e decifrare. Nei rapporti tra il Fisco e i contribuenti sta per arrivare una nuova svolta, una vera e propria prova di addio alla dichiarazione dei redditi come i dipendenti e i pensionati l’hanno conosciuta fino ad oggi. Il 730 potrebbe insomma diventare presto un ricordo.

Precompilata semplificata

Quest’anno, per la prima volta, l’Agenzia delle Entrate metterà a disposizione dei contribuenti anche un modello di dichiarazione precompilata «semplificato».

Cosa questo voglia dire è ben spiegato in una memoria consegnata dalla stessa Agenzia alla Commissione Finanze e Tesoro del Senato qualche giorno fa. A decorrere dalle dichiarazioni del 2024 (anno d’imposta 2023), si legge nel documento firmato dal direttore dell’Agenzia Ernesto Maria Ruffini, «sarà introdotto, in via sperimentale, un nuovo meccanismo di interazione con il contribuente, non più basato sui campi del modello dichiarativo, ma direttamente sulle informazioni a disposizione dell’Agenzia delle entrate».

Questionario

Come funzionerà? «Il contribuente», si legge, «potrà verificare, ed eventualmente integrare, le informazioni di dettaglio proposte dall’Agenzia nell’applicativo web dedicato alla dichiarazione precompilata, con un percorso guidato, che non richiede l’individuazione dei campi del modello dichiarativo, e con un linguaggio semplificato. In particolare, i dati così confermati o modificati saranno riportati in maniera automatica nei campi corrispondenti della dichiarazione, senza la necessità per il contribuente di consultare le istruzioni per la compilazione della dichiarazione dei redditi e, quindi, di conoscere le “caselle” da valorizzare o i codici da indicare nei singoli righi del modello dichiarativo». 


Detto in altri termini sarà un po’ come rispondere a un questionario. Il sistema, per esempio, chiederà se il contribuente ha sostenuto una certa spesa sanitaria, o se ha un determinato mutuo in essere, o ancora se ha effettuato lavori di ristrutturazione del proprio immobile. Una volta risposto alle domande, sarà direttamente il sistema a compilare i campi della dichiarazione con i codici tributo. 

Il passaggio

«Tramite appositi avvisi», si legge nella memoria depositata da Ruffini, «il contribuente sarà reso consapevole del fatto che sta confermando, ovvero modificando, le informazioni proposte dall’Agenzia, in quanto tale azione assume rilevo ai fini della compilazione della dichiarazione». Ma cosa succede se ci sono dei dati che il Fisco non ha? «Qualora alcuni dati non siano stati utilizzati per l’elaborazione della dichiarazione precompilata, ad esempio perché l’Agenzia non dispone di alcuni elementi necessari per il loro inserimento in dichiarazione», si legge ancora nel documento, «il contribuente sarà informato dei motivi del mancato utilizzo e sarà assistito tramite un percorso guidato». 


La nuova modalità “semplificata” sarà comunque affiancata quest’anno dalla precompilata tradizionale, lasciando ai contribuenti la scelta di quale sistema utilizzare. Quando si partirà? Come sempre agli inizi di maggio, dopo che l’Agenzia avrà adottato il provvedimento con le modalità tecniche sentito il Garante della Privacy.

I numeri

La dichiarazione precompilata ha avuto nel tempo un crescente successo. Nel 2015, quando è partita, è stata trasmessa direttamente al Fisco da 1,4 milioni di cittadini. Nel 2023 si è arrivati a 4,5 milioni di trasmissioni dirette. Non solo. Nel 2015, i dati utilizzati per la precompilazione erano complessivamente circa 157 milioni mentre, nel 2023, le informazioni precaricate dall’Agenzia delle Entrate hanno superato quota 1,3 miliardi. La parte più consistente è rappresentata dai dati relativi alle spese sanitarie, che nell’ultimo anno sono risultati pari a più di 1 miliardo. Quest’anno inoltre, per la prima volta, farà il suo debutto la precompilata anche per le Partite Iva. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA