Saman Abbas, il papà chiede di parlare e accusa lo zio: «Non dice la verità, lui sa tutto». Svolta in appello?

Il padre della ragazza morta, Shabbar Abbas, continua a negare di aver anche solo pensato di uccidere insieme alla moglie la figlia Saman, e dice di voler giustizia per lei

Saman Abbas, il papà chiede di parlare e accusa lo zio: «Non dice la verità, lui sa tutto». Svolta in appello?
Saman Abbas, il papà chiede di parlare e accusa lo zio: «Non dice la verità, lui sa tutto». Svolta in appello?
di Redazione web
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Sabato 11 Maggio 2024, 19:49

Il papà di Saman Abbas, Shabbar Abbas, lo scorso 19 aprile ha chiesto di parlare dal carcere con gli inquirenti di Reggio Emilia per fare nuove dichiarazioni spontanee: l'uomo continua a negare di aver anche solo pensato di uccidere insieme alla moglie la figlia Saman, e dice di voler giustizia per lei.

 

Le nuove accuse del padre di Saman

L'uomo accusa suo fratello (e zio della ragazza) Danish Hasnain, invitandolo a «dire la verità» e i cugini Nomanhulaq Nomanhulaq e Ikram Ijaz, a suo dire presenti la sera del delitto a Novellara.

Abbas ha chiesto di parlare il 19 aprile, prima del deposito delle motivazioni della sentenza della Corte di assise di Reggio Emilia che ha condannato lui e la moglie Nazia Shaheen all'ergastolo, lo zio Danish a 14 anni e assolto i cugini: il verbale è stato depositato, in vista anche degli atti di appello.

«Voglio sapere chi l'ha uccisa»

«Voglio sapere chi ha ucciso mia figlia», ha ribadito il pachistano davanti al procuratore Gaetano Paci e agli investigatori dei carabinieri reggiani, con l'assistenza di un interprete e dei suoi avvocati Enrico Della Capanna e Simone Servillo. Shabbar ha detto di sospettare dei tre parenti: «Quando ho sentito in Pakistan che loro erano scappati tutti e tre, allora io capito che sono stati tutti e tre, non ci sono dubbi». Ha detto però di non sapere chi ha fatto cosa: «Perché non dice la verità Danish? Lui sa tutto», ha detto Shabbar. 

 

«Dovevano dare una lezione al fidanzato»

Su quanto successo la sera del 30 aprile 2021, Shabbar Abbas, nelle dichiarazioni spontanee rese nelle scorse settimane davanti agli inquirenti reggiani, ha spiegato di essersi sentito al telefono con il fratello Danish Hasnain, con l'idea che arrivasse il fidanzato di Saman, Saqib, a prendere la ragazza. Il piano era quello di dare una lezione al giovane: a Danish «ho detto di non picchiarlo così forte da far venire un'ambulanza, ma di picchiarlo per spaventarlo». E Danish gli avrebbe confermato che se ne sarebbe occupato insieme ai cugini, Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq.

 

Il racconto di Shabbar

Shabbar quindi uscì di casa con Saman e la moglie Nazia Shaheen, poi andò avanti solo la moglie con la figlia, perché la 18enne non avrebbe voluto che il padre vedesse chi la veniva a prendere, ha detto. Poi Shabbar ha spiegato di non aver più visto né sentito nulla e di aver saputo della morte della figlia solo quando era già in Pakistan, partito il primo maggio. Perché a quel punto non è tornato in Italia, gli è stato chiesto di precisare dai suoi legali? Shabbar ha risposto di aver avuto minacce da parte di un parente del cugino Ikram e di temere per l'altro figlio, rimasto in Italia.

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