La storia, in sé, sembra già uscita da un film o da una fiction. Il fatto che sia avvenuta sulle spiagge del commissario Montalbano è solo la ciliegina sulla torta della narrazione. Di una sceneggiatura che, appunto, potrebbe essere nata dalla penna e dalla fantasia di uno scrittore ma che invece si è compiuta nel mondo reale solo grazie ai giri immensi che il destino alle volte fa.
Ci sono una coppia di giovani sposi, una fede nuziale smarrita e la frustrazione di una ricerca senza esito. E poi ci sono i social - che non veicolano solo rabbia o autocompiacimento - la casa sulla spiaggia più famosa d’Italia e un uomo che diventa l’eroe per caso che chiude il cerchio. Partiamo da lui: si chiama Giovanni Rosa, è il custode del porticciolo di Punta Secca, frazione di Santa Croce Camerina, nel ragusano. Per intendersi: è il piccolo molo che sorge a pochissimi passi dalla villa bianca sulla cui terrazza Luca Zingaretti - nei panni del commissario Salvo Montalbano - fa colazione tutte le mattine nella storica fiction di RaiUno. Qualche giorno fa, durante un’ispezione tra le barche, Giovanni vede qualcosa brillare tra gli scogli. E’ un anello. Meglio: un fede nuziale. All’interno l’incisione “Daniela 8-6-2012”. Giovanni pensa subito al valore affettivo enorme che quell’anello poteva avere e così inizia la ricerca del proprietario. Qualcuno gli consiglia di utilizzare i social. E così l’11 gennaio affida il suo messaggio a Facebook. «Per me non ha nessun valore, ma per chi l’ha persa sì», scrive nel post.
Il giorno dopo il cerchio si chiude. Stefano Micciché, che per sua ammissione non è un assiduo frequentatore dei social, si collega per caso e si imbatte nel post di Giovanni. «Non saprei descrivere quello che ho provato: è stato un mix di gioia, stupore, incredulità…». Sì, l’anello era il suo, lo aveva perso nel luglio del 2013, più di dieci anni fa. Conosce Giovanni, è tra i suoi contatti social. Stefano ha 45 anni, vive a Catania con la moglie - Daniela, appunto - e i due figli nati in questi dieci anni. Ma è originario di Santa Croce e sulla sabbia di Punta Secca passa le sue estati sin da quando era ragazzino. Così legato a quei luoghi che persino il matrimonio è stato celebrato nella piccolissima chiesetta a pochi metri dallo scoglio del ritrovamento. «Stefano l’ho visto crescere, non dico che è come un figlio, ma quasi…» racconta il custode del porto.
La ricostruzione
«Ricordo il giorno in cui ho perso l’anello - racconta Stefano - Era stata una giornata con mille impegni. Ero arrivato in moto da Catania, poi avevo aiutato mio padre a fare dei lavori nella casa in campagna, avevo riparato il nostro gommone e poi ero andato a fare il bagno con gli amici. Solo dopo, durante un aperitivo la sera, mi sono accorto di non avere più l’anello.