Il bagnino, da figura mitologica a specie in via d'estinzione. Le spiagge italiane stanno affrontando una crisi senza precedenti nella ricerca di professionisti addetti alla sicurezza dei bagnanti, ruolo un tempo ambito ma oggi decisamente poco allettante per le nuove generazioni: ci sono circa 4.000 posti di lavoro vacanti in tutta Italia. La stima è stata fatta da Roberto Dal Cin, presidente di Confapi Turismo: «Una volta ai bagnini garantivano vitto e alloggio, ora non più. Abbiamo a che fare con generazioni diverse e io credo abbia inciso anche il reddito di cittadinanza».
La normativa
A cambiare è stata anche la normativa.
Lo stipendio
Nonostante l'importanza vitale della loro presenza per la sicurezza in acqua, lo stipendio dei bagnini rimane invariato, attestandosi tra 1.400 e 1.500 euro al mese per otto ore di lavoro quotidiano. La vera difficoltà, però, risiede nella scomparsa dei benefit legati all'alloggio, resa impossibile dall'aumento dei costi degli affitti nelle zone turistiche. Questo aspetto rende sempre più difficile attirare nuovi lavoratori nel settore.
La crisi
La crisi di personale affligge tutto il settore turistico, come conferma Massimiliano Schiavon di Federalberghi Veneto, evidenziando come, nonostante un lieve miglioramento negli ultimi sei mesi, la situazione rimanga preoccupante in vista della stagione balneare. Anche l'Agenzia regionale per il lavoro dell’Emilia-Romagna ha tentato di reclutare personale tramite Facebook, con scarsi risultati: solo 17 "mi piace" per il post con l'offerta di lavoro.
La Federazione Italiana Nuoto cerca di incentivare la professione evidenziando i vantaggi connessi al brevetto di bagnino, come l'accesso a carriere militari o crediti formativi scolastici. Tuttavia, problemi come il precariato e lo sfruttamento lavorativo scoraggiano ulteriormente i potenziali candidati, come dimostra il caso denunciato dalla Cgil di Taranto di un giovane bagnino costretto a lavorare quasi 12 ore al giorno per soli 40 euro.