Rischio ictus e infarti per chi usa farmaci con pseudoefedrina per alleviare i sintomi del raffreddore. L'allarme è stato lanciato dall’Agenzia Nazionale Francese per la Sicurezza dei Medicinali e dei Prodotti Sanitari (ANSM). Un avviso che ha scosso anche le Nazioni vicine. Anche perché i prodotti si trovano sugli scaffali della farmacie in tutta Europa, compresa l'Italia. Peraltro la comunicazione è arrivata in concomitanza con la stagione del raffreddore e dell’influenza, quando le vendite raggiungono il picco.
L'avviso
Il rischio di infarto o ictus? L'Agenzia indica che è molto basso.
Quali sono
I farmaci a cui si riferisce l’avviso dell’agenzia sono i cosiddetti vasocostrittori utilizzati per sbloccare il naso. I più diffusi? Actifed, Dolirhume, Nurofen Rhume, Humex o Rhinadvil. Quanti ne sono stati venduti? L’anno scorso, in Francia, sono state acquistate tre milioni di scatole.
I rischi
“Esistono rischi di effetti indesiderati, rari ma molto, molto gravi, su tutte le popolazioni, anche quelle senza fattori di rischio e che ne fanno un uso limitato”, ha dichiarato lunedì a Franceinfo Christelle Ratignier-Carbonneil, direttrice dell’agenzia del farmaco. Certo, ictus e infarti legati a questi farmaci specifici rimangono rari: ma l’agenzia francese ritiene che il rischio sia troppo elevato per un semplice raffreddore. L’agenzia può solo consigliare ai cittadini di non usarli. Solo l’Unione europea, infatti, può ordinarne il ritiro dal mercato o vietarli del tutto. A febbraio l’agenzia francese ha richiesto una valutazione a livello europeo per approfondire i rischi del farmaco sulla base di nuovi dati, ma a livello europeo non è stata ancora presa una decisione.
I consigli
Il direttore dell’agenzia francese raccomanda di “inumidire l’interno del naso con soluzioni detergenti appropriate: soluzione salina, acqua termale o spray di acqua di mare” e di “bere abbastanza acqua”. Le agenzie farmaceutiche, tuttavia, non hanno esitato a rispondere. Avvertimento “prematuro” ha dichiarato NèreS, l’associazione francese che rappresenta le aziende farmaceutiche, aggiungendo che “il rapporto benefici/rischi di questi farmaci è ancora favorevole”.