Ma niente, tutto inutile. Sì perché il posto - ma l’annuncio non lo dice - è riservato a soli svizzeri. O comunque residenti. Vietati, dunque, anche i frontalieri, cioè gli italiani che ogni giorno transitano in frontiera per andare a lavorare in Svizzera. Nessun pregiudizio xenofobo, assicurano dalla parrocchia luganese: «È una questione di praticità», spiega il parroco al Corriere della Sera. Il bando comparso nei giorni scorsi sulle bacheche parrocchiali dice: 'Cercasi un/a segrestano/a a tempo pieno, preferibilmente cattolico/a di confessione, ma non per forza'. Salario mensile di tutto rispetto: 4200 franchi (3800 euro, appunto), una somma «conforme agli standard in vigore nel nostro Cantone» precisa don Aliverti. Nessun pregiudizio xenofobo, assicurano dalla parrocchia luganese: «È una questione di praticità». Poi certo «qualora non si dovesse trovare proprio nessuno in loco...», allarga le braccia Don Aliverti. «Lo stipendio è buono - continua a raccontare al Corriere - ma il lavoro è comunque difficile: specie per la disponibilità nei giorni festivi. Non è da tutti. Proprio per questo si è deciso di pubblicare il concorso».
Concorso, sì.
Ma senza candidati italiani.