Ascoli, i discendenti di un soldato inglese incontrano i suoi anziani salvatori: una storia che si intreccia al fato

I discendenti di un soldato inglese incontrano i suoi anziani salvatori
I discendenti di un soldato inglese incontrano i suoi anziani salvatori
di Marco Vannozzi
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Lunedì 22 Aprile 2024, 04:00 - Ultimo aggiornamento: 12:29

ASCOLI Ottant'anni fa tre famiglie ascolane salvarono un giovane soldato inglese, fuggito da un campo di prigionia, sul finire della seconda guerra mondiale. E ieri le figlie, i nipoti e i pronipoti di Dennis Hutton Fox, del Reggimento delle Coldstream Guards, sono tornati ad Ascoli per incontrare i discendenti di quelle famiglie. L'appuntamento nel monastero di San Giorgio di Rosara, nei medesimi luoghi in cui il soldato britannico trascorse dieci mesi al riparo dalle truppe tedesche.

Le guide d’eccezione

A condurre i parenti di Hutton Fox tra i boschi del monte di Rosara, due guide d’eccezione: i fratelli Emidio e Lianna Tassi, oggi arzilli 90enni, erano infatti tra i bambini che, sfuggendo alla sorveglianza dei tedeschi, rifornivano di cibo e acqua il giovane militare.

E il ricordo va subito alla storia di una grande amicizia che legò il soldato a Mattia Antonucci, uno dei tre padri di famiglia. Hutton Fox era fuggito da una campo di prigionia di Sforzacosta nel Maceratese e dopo lunghi giorni di fuga trovò rifugio sul monte di Rosara. Tra l’autunno del 1943 e l’estate del 1944, Antonucci e le altre famiglie scelsero, con grande coraggio, di nasconderlo e proteggerlo a rischio della loro vita. Così raccontano i fratelli Emidio e Lianna Tassi, 87 e 90 anni.

«I nostri genitori ci mandavano a turno, magari mentre portavamo al pascolo le pecore, nelle grotte dove si nascondeva Dennis. Gli portavamo cibo, come le uova al tegamino e la frutta, oltre all’acqua e a tutto il necessario per sopravvivere. Nei periodi di minor controllo veniva anche al Monastero e saliva in casa – ricorda meglio Lianna –. Io avevo 10 anni: mi prendeva in braccio e mi metteva seduta sul caminetto. Poi, insieme agli altri bambini, ci insegnava i numeri in inglese. Io imparai a contare fino a 50».

«Una reunion nata quasi per caso – spiegano gli organizzatori Becco Giordani, Lorenzo e Luigi Mancini, parenti di Emidio Tassi, uno degli altri due padri di famiglia che all’epoca decisero di nascondere il militare –. Tutto è partito da un nostro messaggio su Facebook a Tomas Ableman, uno dei nipoti di Dennis: la cosa ha entusiasmato anche lui e alla fine da Londra sono venuti addirittura in otto. I motivi che ci hanno spinto a riprendere i contatti con loro – concludono gli organizzatori – sono stati da un lato la ricorrenza dell’80° anniversario di questa vicenda e dall’altro la possibilità di poter contare ancora sulla presenza degli ultimi testimoni viventi di quel periodo».

Il fato

La storia si intreccia anche al fato: il monastero (acquistato tempo prima dalle famiglie Antonucci e Tassi, che ne avevano fatto un condominio) è da sempre consacrato al santo guerriero, San Giorgio, simbolo della bandiera britannica, patrono d’Inghilterra e del Reggimento delle Coldstream Guards. «Per noi è un sogno essere qui – commentano le figlie di Dennis, Margaret Last e Sheila Ableman, insieme ai nipoti Thomas, Kathrtine, Oliver e Stephen ». All’incontro anche il sindaco Fioravanti.

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