FORCE - Amara conclusione per la battaglia legale portata avanti dal territorio della Valdaso contro la realizzazione dell’impianto di produzione di biometano tramite fermentazione anaerobica dei rifiuti organici (forsu) a San Salvatore di Force, da parte della società 4R di Milano.
Il Consiglio di Stato ha respinto sia il ricorso presentato dai sindaci di 17 Comuni, dalla zona montana alla costa nei territori ascolano e fermano, sia quello proposto da Covalm, la società cooperativa agricola con sede a fianco al terreno dove dovrebbe nascere il biodigestore. I ricorsi erano stati presentati contro la Provincia di Ascoli in quanto ente che ha rilasciato le principali autorizzazioni e verso la 4R srl società costruttrice.
Secondo il Consiglio di Stato «gli appelli principali riuniti devono essere respinti, mentre gli appelli incidentali possono essere conseguentemente dichiarati improcedibili per carenza di interesse». La vicenda della costruzione del biodigestore di San Salvatore ha innescato una contrapposizione dura con da una parte i sindaci, associazione “Tutela e valorizzazione della Valdaso” e Covalm, dall’altra la Provincia di Ascoli che aveva rilasciato le autorizzazioni fondamentali per la costruzione dopo anche i pareri della Regione.
Il ricorso
I sindaci, l’associazione e la Covalm avevano fatto ricorso al Tar che aveva bocciato le loro istanze. Avevano quindi presentato delle memorie per sostenere le loro posizioni contro la costruzione del nuovo impianto di biometano.
I sindaci contrari
Tra i sindaci contrari in prima linea Daniel Matricardi di Montalto Marche (Comune capofila nei ricorsi) e quello di Santa Vittoria in Matenano e presidente dell’Unione Montana dei Sibillini Fabrizio Vergari. «Una sentenza che lascia di stucco. Significa che la posizione di quasi la totalità dei sindaci della Vallata non conta nulla. Noi – dice Vergari – raccogliamo le lamentele della gente, cerchiamo di trovare soluzioni al loro malessere ma la nostra volontà vale zero. Non è stata coinvolta la popolazione. Ribadiamo che noi contestiamo il sito non adatto, poiché il biodigestore va a deturpare e creare problemi ad una vallata florida per produzione di frutta e ortaggi di qualità, nonché in pieno sviluppo turistico”.