Crisi idrica, la neve d’aprile non basta: impianti di soccorso accesi. La portata delle sorgenti si è ridotta di molto

La neve d’aprile non basta, impianti di soccorso accesi. La portata delle sorgenti si è ridotta di molto
La neve d’aprile non basta, impianti di soccorso accesi. La portata delle sorgenti si è ridotta di molto
di Luigi Miozzi
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Lunedì 22 Aprile 2024, 02:55 - Ultimo aggiornamento: 24 Aprile, 07:30

ASCOLI L’ondata primaverile di maltempo che ha imbiancato il Vettore e monte Piselli e ha portato un po’ di neve e qualche pioggia sul Piceno, avrà una ripercussione, seppur minima, sulla crisi idrica.

Il brusco abbassamento delle temperature e le perturbazioni che hanno portato una spolverata di neve nelle zone montane del territorio, consentono nel breve periodo di superare senza troppi patemi i prossimi ponti a ridosso del 25 Aprile e del Primo Maggio ma, di certo, non consentono di abbassare la guardia sui possibili rischi di razionalizzazione durante la prossima stagione estiva.

Tra le conseguenze del maltempo c’è quella che nelle giornate di festa si muoveranno meno turisti soprattutto verso le località di villeggiatura.

Fatto questo che, se da un punto di vista economico mette in difficoltà le attività ricettive e i locali delle cittadine turistiche; da quello della crisi idrica, consente di risparmiare acqua.

Le previsioni

Qualora nei prossimi giorni ci fosse un caldo e sole persistente con temperature che avrebbero sfiorato i trenta gradi, così come registrato soltalto una settimana fa, sicuramente in tanti avrebbero scelto di trascorrere il fine settimana in riva al mare oppure in montagna. Di conseguenza ci sarebbe stato sicuramente un maggiore uso di acqua che avrebbe acuito ancor di più la crisi.

Dunque, un’ondata di freddo che avrà soprattutto ripercussioni economiche soprattutto per quanto riguarda i titolari e i gestori di bar e ristoranti nelle città turistiche. Sul fronte della crisi idrica, invece, rimangono le preoccupazioni per una situazione che si conferma assai grave, soprattutto se si tiene conto dell’attuale portata delle sorgenti che risentono inevitabilmente di un inverno particolarmente siccitoso. Il gruppo sorgentizio di Capodacqua, al momento, garantisce la metà dell’acqua che solitamente viene immessa nella condotta principale: circa 50 litri al secondo anzichè i circa cento che solitamente vengono prelevati.

Va ancora peggio a Pescara del Tronto dove risorsa idrica attualmente a disposizione è di circa il dieci per cento, ovvero 25 litri al secondo invece dei 250 che riusciva a garantire. Meno della metà, invece, è l’acqua che fornisce la sorgente di Foce di Montemonaco che, in questo caso, si attesta intorno ai duecento litri al secondo anzichè i circa 520 su cui si avrebbe potuto fare affidamento.

Le portate

Portate limitate che hanno indotto la Ciip a riaccendere gli impianti di soccorso per evitare di dover ricorrere alle chiusure notturne dei rubinetti: quello di Castel Trosino che consente di rifornire le utenze di Ascoli e quelle dei comuni limitrofi di Maltignano e Folignano; quello di Fosso di Galli che garantisce l’acqua a Porto d’Ascoli e a una parte di San Benedetto del Tronto; e quello di Santa Caterina copre la zona del Fermano. I dirigenti, i tecnici e i dipendenti della Ciip sono impegnati quotidianamente nel monitoraggio delle portate delle sorgenti e dei livelli dei serbatoi presenti sul territorio affinchè, nonostante le gravi problematiche che affliggono il servizio idrico, si riesca a ridurre al minimo i disservizi per i cittadini.

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