Killer del catamarano, la resa di Pippo
Altre due persone nel mirino per la fuga

Killer del catamarano, la resa di Pippo Altre due persone nel mirino per la fuga
di Maria Teresa Bianciardi
4 Minuti di Lettura
Sabato 21 Maggio 2016, 05:26 - Ultimo aggiornamento: 13:24

ANCONA - Per tre volte ha cercato di sfuggire a un destino dietro le sbarre e per tre volte gli uomini della squadra mobile di Ancona lo hanno riportato in carcere. L’ultima è stata giovedì pomeriggio, sul treno diretto Sintra-Lisbona, quando gli investigatori l’hanno bloccato nel corso di un controllo. «La polizia anconetana mi tormenta», ha detto a denti stretti prima di lasciarsi andare a una risata scomposta e amara. Il tempo di riprendersi dallo choc, poi ha aggiunto: «Complimenti. Davvero».

Si è conclusa così, dopo due anni e 28 giorni, la latitanza di Pippo De Cristofaro, il killer di Annarita Curina, la skipper pesarese che ha ucciso a colpi di machete il 10 giugno 1988 per impossessarsi del suo catamarano. L’indagine però continua: almeno due persone finiranno nel registro degli indagati per avere favorito la fuga dell’ergastolano, nel mirino una donna - forse - e il suo ex compagno di cella albanese che sarebbe stato una pedina importante nello scacchiere disegnato da De Cristofaro per architettare un’evasione praticamente perfetta.
Sul passaporto falso che ha mostrato agli investigatori c’era la sua foto - capelli corti, viso rasato, occhi spalancati sull’obiettivo - e un nome: Andrea Bertone, italiano nato a Milano il 22 aprile 1964. Ha scelto il giorno e il mese della sua fuga dall’Elba ma si è ringiovanito di dieci anni, eppure i poliziotti che lo stavano braccando dal 2014 ci hanno messo un attimo a riconoscerlo. «Prima ha cercato di negare - racconta con orgoglio il questore di Ancona Oreste Capocasa - poi si è arreso e ci ha fatto i complimenti. Oggi è un giorno importante, perchè è stato arrestato il più pericoloso latitante non di mafia in Italia con un lavoro di intelligence importante che non si è mai interrotto».

Ieri la conferenza stampa in questura con gli uomini della sezione Catturandi, il capo della squadra mobile Virgilio Russo e il vice Carlo Pinto, insieme a Eugenio Masino del nucleo centrale operativo dello Sco. Sono stati forniti i particolari del fermo di De Cristofaro, in queste ore detenuto a Lisbona anche se nel giro di un mese potrebbe essere estradato per scontare l’ergastolo nel carcere di Rebibbia a Roma.

L’evasione
Filippo Antonio De Cristofaro, detto Pippo il rambo dei mari, ex ballerino di professione con il dna del rubacuori, è evaso dal carcere di Porto Azzurro il 21 aprile 2014 durante un permesso premio e da quel giorno si è trasformato in un fantasma da braccare. Non è stato facile mettersi sulle sue tracce visto che l’allarme per la sua fuga è scattato con circa 48 ore di ritardo, ma la squadra mobile di Ancona non si è data per vinta. Un lavoro di intelligence che non ha lasciato niente al caso intrecciando dati su dati e nel frattempo Pippo si spostava: Ancona, Pescara, Bari, Milano. Proprio qui, nel capoluogo lombardo, ha incontrato due albanese - successivamente arrestati per altri reati - che gli hanno fornito il passaporto e la nuova identità.

La nuova vita
Pippo De Cristofaro nel 1988 sognava di fuggire in Polinesia con la sua Diane e per questo si è trasformato in killer spietato e senza scrupoli. Ventotto anni dopo, Andrea Bertone stava pianificando un futuro da commerciante di diamanti in Costa d’Avorio con le mani intrise del sangue di Annarita. Andrea alias Pippo è rimasto per qualche mese a Marsiglia, poi si è stabilito in Portogallo, nella cittadina di Galamares, iniziando la sua nuova vita grazie a una serie di contatti che aveva agganciato quando era in carcere. Ieri è stata perquisita l’abitazione e non sono stati trovati elementi che possano aiutare gli inquirenti.

Il ministro degli Interni Angelino Alfano ha manifestato la sua soddisfazione: «Questa operazione conferma ancora una volta che non si sfugge alla giustizia e che chi sbaglia deve pagare - ha sottolineato - Oggi un’importante operazione della Squadra Stato è stata portata a termine in Portogallo dalla Polizia di Stato di Ancona, con la collaborazione del Servizio Centrale Operativo, dei Nuclei Speciali della Polizia portoghese e il coordinamento di Eurojust. Un altro latitante in meno».

© RIPRODUZIONE RISERVATA