Jesi, molestata in strada da uno sconosciuto: «Mi ha presa da dietro e palpeggiata»

Jesi, molestata in strada da uno sconosciuto: «Mi ha presa da dietro e palpeggiata»
Jesi, molestata in strada da uno sconosciuto: «Mi ha presa da dietro e palpeggiata»
di Talita Frezzi
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Martedì 2 Agosto 2022, 02:00 - Ultimo aggiornamento: 3 Agosto, 17:08

JESI - Aggredita alle spalle, bloccata. Palpeggiata. E se lei non avesse trovato il coraggio, la forza di urlare, chissà che altro le sarebbe capitato. Mentre dal palco di piazza Federico II Fiorella Mannoia salutava lo Sportello antiviolenza di Jesi e si rivolgeva alle donne vittime di abusi, poco lontano, nel quartiere ex Smia, si stava consumando un tentativo di stupro.

La ricostruzione

Ore 23.

Una donna passeggia verso casa, di rientro dal centro e dal concerto. Gira spesso a piedi, specie la sera, con il fresco.  Ma domenica sera l’insidia era dietro l’angolo e aveva l’aspetto di un energumeno alto e robusto, «25-30 anni circa, carnagione un po’ scura ma non di colore, con indosso un paio di occhiali da vista che si adattano alla luce» dirà poi la signora ai Carabinieri. La donna aveva appena infilato la chiave nella serratura del cancello del cortile di casa. L’uomo, sbucato dal buio, l’ha afferrata da dietro. «Mi sono sentita improvvisamente bloccare le braccia, poi ho sentito il suo corpo addosso al mio, mi toccava…». La donna, sotto choc, è riuscita a voltarsi e guardarlo in faccia. Era buio, tanta la paura. La poveretta non riusciva a muoversi, intanto l’uomo simulava un atto sessuale, lei lo sentiva addosso e lui continuava a palpeggiarla, a strusciarsi con insistenza. In quella concitazione, la donna ha trovato la forza di gridare. «Lasciami stare», ha strillato con tutta la forza. E a quel punto, lui ha desistito ed è fuggito verso la Ferramenta Polita.

Il soccorso

A quelle grida disperate è sceso in strada il compagno della donna, che l’ha soccorsa. Ma sono stati attimi terribili, in giro nessuno che potesse aiutarla. La zona è buia è priva di sistemi di videosorveglianza, sebbene vicinissima al Parco Mattei dove si radunano spesso bambini e famiglie. Non è ricorsa alle cure del pronto soccorso la donna, perché addosso non ha ferite. Ma le cicatrici della paura, quelle ne ha tante. «Ho pianto tutta la notte, un senso di impotenza e di timore che ti resta addosso», racconta in lacrime. Dopo aver sporto denuncia per tentata violenza sessuale al comando Stazione Carabinieri di Jesi, ieri si è recata dal sindaco Lorenzo Fiordelmondo. Ha chiesto più controlli nella zona dell’ex Smia, specie di sera. Più luce, anche nelle stradine limitrofe al parco Mattei e alla via principale, dove si affacciano abitazioni e cortili. Ha chiesto le telecamere, perché non va monitorata solo la movida del centro. «Non pretendo nulla, ma ho solo la speranza che quello che è successo a me non accada più a nessuna e che le telecamere e l’illuminazione possano far desistere questi malintenzionati, perché non è possibile aver paura di uscire di casa». 

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