Falconara, palpeggiata e poi presa a testate: choc al bar, punito l’aggressore

Falconara, palpeggiata e poi presa a testate: choc al bar, punito l’aggressore
​Falconara, palpeggiata e poi presa a testate: choc al bar, punito l’aggressore
di Federica Serfilippi
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Venerdì 29 Marzo 2024, 00:55 - Ultimo aggiornamento: 30 Marzo, 07:21

FALCONARA Rifiuta l’approccio un po’ troppo spinto e poi, forse per vendetta, viene messa ko con una testata. Risultato: la donna al pronto soccorso per la frattura del setto nasale, lui a processo per lesioni e violenza sessuale. Ieri mattina, l’uomo, un 60enne tunisino residente a Falconara, è stato condannato dal collegio penale a scontare due anni e sei mesi di reclusione per entrambi i reati. Doveva rispondere anche di violenza privata, ma per questa contestazione è arrivata l’assoluzione.


La ricostruzione

I fatti risalgono alla notte tra il 17 e il 18 febbraio del 2018 in un bar di Palombina, dove i clienti stavano festeggiando il Carnevale.

Durante la movimentata serata, il tunisino avrebbe tentato l’approccio più volte con la 48enne. A un certo punto, i due erano rimasti soli all’interno del locale, ormai chiuso. Il titolare era intento a dare una sistemata. Il tunisino è accusato di aver toccato alla donna il fondoschiena. Un gesto non apprezzato dalla 48enne, che aveva reagito dando un «buffetto» sulla guancia all’imputato «per dirgli di farla finita con quell’atteggiamento».

Dopodiché, la situazione sarebbe sfociata in quella che la pubblica accusa ha dipinto come un’aggressione. Stando a quanto ricostruito, il 60enne avrebbe prima detto: «Tu hai fatto quello che nessuna aveva osato fare prima d’ora», probabilmente rivolgendosi allo schiaffo, poi aveva sferrato una testata alla donna. «In un primo momento ho pensato fosse un cazzotto, ho iniziato a grondare sangue. Avevo il naso aperto in due» ha raccontato la vittima in tribunale, che si era costituita parte civile con l’avvocato Nicoletta Pelinga. «Sono corsa fuori, nel piazzale dove avevo la macchina, ma lui mi ci si è piazzato davanti». Di qui, l’accusa di violenza privata, per cui è arrivata l’assoluzione. L’imputato, difeso dall’avvocato Fabrizio Belfiore, ha sempre respinto le accuse. La testata? Sarebbe stato un gesto involontario, dettato da una torsione del corpo. Non avrebbe colpito la donna in maniera volontaria. A lei è stata riconosciuto un risarcimento da 15mila euro. 

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