CORINALDO «Quella notte alla Lanterna Azzurra non doveva esserci nessuno perché quella notte la discoteca era aperta in virtù di autorizzazioni rilasciate illecitamente». È uno dei passaggi della requisitoria con cui ieri mattina i pm Paolo Gubinelli e Valentina Bavai hanno iniziato la discussione del processo per la strage di Corinaldo, capitolo colletti bianchi. Una requisitoria lunga e articolata, che si concluderà lunedì con le richieste finali per i nove imputati, accusati a vario titolo di cooperazione in omicidio colposo plurimo, lesioni colpose, falso e disastro colposo.
La folla
La notte della tragedia, l’8 dicembre 2018, il locale di via Madonna del Piano attendeva il dj set di Sfera Ebbasta.
Il pm Gubinelli: «Noi non cerchiamo capri espiatori per questo processo. Ma come si fa a dire che le caratteristiche di quell’uscita (la numero tre, ndr) non era visibili? Sostenere questo va contro qualsiasi elemento di buon senso». Della serie: la Commissione di Vigilanza che nell’ottobre del 2017 (un anno e due mesi prima della tragedia) aveva rilasciato alla Lanterna la licenza di pubblico spettacolo avrebbe dovuto accorgersi, o quanto meno fare delle osservazioni, sullo stato di conservazione delle balaustre e del «dislivello di due metri della rampa». Nel corso della requisitoria è stato fatto l’elenco delle irregolarità emerse con le consulenze affidate all'ingegnere Marcello Mangione e il professore Costanzo Di Perna. Relazioni profondamente contestate dalle difese degli imputati.
Il sistema
Nonostante le mancanze contestate, fino alla tragedia la Lanterna avrebbe continuato a lavorare. «Grazie - ha detto Gubinelli - alla tipica pratica italiana, con un occhiolino e una gomitata agli amici, con il solo obiettivo di fare soldi. Si è sempre cercato e ottenuto di superare le problematiche che insorgevano forzando la procedura». Un frammento del pm Gubinelli di quella notte: «Ero sotto choc, ero talmente concentrato per preservare le prove che del resto non mi ricordo nulla». Sulle vittime: «La dedica non sta nelle parole ma in quello che abbiamo fatto in questi anni e all’impegno delle forze dell’ordine». Lunedì l’atto conclusivo della requisitoria.