Fa una razzia di orologi (conteggio finale a quota 26): catturato e condannato

Fa una razzia di orologi (conteggio finale a quota 26): catturato e condannato
Fa una razzia di orologi (conteggio finale a quota 26): catturato e condannato
di Giacomo Quattrini
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Domenica 12 Maggio 2024, 03:15 - Ultimo aggiornamento: 16:26

CAMERANO Aveva rubato ben 26 orologi dal negozio della Decathlon di via Campo d’Aviazione a Camerano, accanto al Grotte Center. Ma il fiuto dei commessi del punto vendita unito all’intervento dei carabinieri della stazione di Offagna ha consentito, venerdì pomeriggio, di bloccarlo in flagranza di reato e arrestarlo per il furto. Un bottino di 460 euro stando a quando è stato ricostruito dai militari.

I commessi della Decathlon hanno sospettato subito che quel ragazzo di 33 anni, di origine marocchina, avesse rubato qualcosa e hanno chiamato il 112.

Sul posto in pochi minuti è arrivata una pattuglia dei carabinieri che ha trovato il giovane ancora nel parcheggio. Lo hanno perquisito trovandogli i 26 orologi, tutti riconosciuti dal responsabile della Decathlon al quale sono stati riconsegnati. Il marocchino, che è senza fissa dimora ed è già noto alle forze dell’ordine, è stato ammanettato e condotto nelle camere di sicurezza della caserma di Osimo, dove ha trascorso la notte.

Ieri mattina al tribunale di Ancona si è tenuto il rito per direttissima, con una sentenza di condanna di un anno di reclusione (pena sospesa) e 200 euro di sanzione. E’ il secondo arresto in 48 ore per furto in flagranza di reato che riguarda i carabinieri della Compagnia di Osimo. Giovedì i militari della stazione di Castelfidardo avevano infatti fermato fuori dal supermercato Oasi di Cerretano due siciliani, madre e figlio, lei 56enne, lui 28enne, che avevano rubato 48 bottiglie di olio extra vergine di oliva pronti per essere caricati nella loro auto.


Un Suv nel quale c’erano dentro già altre 200 di bottiglie d’olio, più 350 scatolette di tonno, per un bottino di oltre 4mila euro. Il giudice ha convalidato l’arresto rimettendoli in libertà ma dando alla donna l’obbligo di dimora a Roma, che non riguarda invece il figlio, incensurato.

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