Il matrimonio non s’ha da fare
Quella chiesa è negata agli sposi

Il matrimonio non s’ha da fare Quella chiesa è negata agli sposi
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Domenica 4 Dicembre 2016, 05:30
CAMERANO - Nessuna diatriba alla Don Camillo e Peppone, ma di certo l’argomento che il capogruppo di Operazione Futuro porta all’attenzione del consiglio comunale per mezzo di un’interrogazione, vale a dire l’uso della chiesa di San Francesco, mette di fronte Comune e Chiesa, Amministrazione comunale e Parrocchia di Camerano. Casus belli: i dinieghi e le difficoltà che molti nubendi avrebbero riscontrato nell’ottenere l’autorizzazione a celebrare il loro giorno più bello nella chiesa di via San Francesco. Luogo della fede, e della memoria, caro a tutti i cameranesi e scrigno d’arte in cui sono custodite opere pittoriche del XVII e XVIII secolo, tra cui un trionfo di Santi in adorazione della scuola del Pomarancio. Uno dei monumenti di maggior fascino del comprensorio del Conero, anche per via della sua storia.

La tradizione vuole, infatti, sia stata fondata dallo stesso San Francesco, di passaggio a Sirolo ed Ancona nel 1215 in occasione del suo viaggio in Oriente. «Credo – dichiara Lorenzo Rabini – che ci sia davvero bisogno di un approfondimento sulla gestione della chiesa, di proprietà comunale e storico luogo di culto e di celebrazione dei riti cattolici, ancora oggi consacrato». Il documento prende spunto da diverse problematiche «sorte negli ultimi tempi per lo svolgimento di alcune celebrazioni, come ad esempio i matrimoni, che i futuri sposi vorrebbero poter festeggiare nella stupenda chiesa di Camerano, ovviamente pagando l’apposita tariffa stabilita dal Comune per l’uso dell’immobile».

Ma a quanto pare, la scelta della chiesa di San Francesco, in alcuni casi legata non tanto alla bellezza architettonica del posto quanto ad aspetti sentimentali e di tradizione familiare delle coppie, «non sarebbe invece gradita alla Chiesa locale che - sostiene sempre Rabini - avrebbe in più occasioni posto il veto, creando un enorme dispiacere agli sposi e suscitando imbarazzo nei rapporti diplomatici tra l’Amministrazione comunale e la Parrocchia». L’interrogazione, rimarca il consigliere di minoranza, «non ha certo lo scopo di fomentare polemiche tra Stato e Chiesa a Camerano. Ritengo però sia giusto, rientrando l’edificio nel patrimonio comunale, che vadano chiariti gli aspetti legati al suo uso ed alla sua gestione».

Ossia, elenca Rabini: «Capire se le funzioni possano essere ugualmente celebrate con officianti diversi da quelli presenti in città, se in tale circostanza si renda necessario il rilascio di particolari permessi da parte della parrocchia, dunque appurare se le difficoltà spesso incontrate dalle coppie nell’ottenere il consenso a sposarsi a San Francesco, dipendano soltanto da problemi di carattere organizzativo, oppure da altre motivazioni magari scaturite dal fatto che la chiesa, ultimamente, ha assunto più le sembianze di una mostra espositiva permanente». In conclusione, «capire l’atteggiamento politico-amministrativo del Governo locale su questa tematica e come intenda in futuro affrontare simili richieste», perseguendo l’obiettivo di «salvaguardare sia l’uso della proprietà comunale che le celebrazioni di carattere religioso».
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