ANCONA I litigi, gli insulti ma anche le botte e le umiliazioni. Un contesto familiare da incubo quello che poco più di un mese fa ha raccontato agli agenti della Squadra Mobile una donna che ha puntato il dito contro il proprio marito. Ha chiesto aiuto perché a casa il clima era diventato ormai insopportabile. La denuncia per maltrattamenti in famiglia ha innescato le indagini degli agenti e nel giro di pochissimo è arrivato il provvedimento del gip Carlo Cimini: all’uomo, un 67enne anconetano è stato applicato il braccialetto elettronico. Dovrà tenersi ad almeno 500 metri di distanza dalla moglie.
La ricostruzione
Stando a quanto ricostruito dalla procura, per mesi la donna avrebbe subito soprusi e minacce dal marito, soprattutto tra le mura domestiche.
Lei, probabilmente per paura o vergogna, non si è mai recata al pronto soccorso per farsi refertare le lesioni subite. Si è però armata di coraggio ed è andata a denunciare in questura, aprendosi con i poliziotti e mettendo nero su bianco quelle condotte che la procura ha appellato come maltrattamenti in famiglia. Nel giro di poche settimane, gli agenti della Mobili hanno portato avanti le indagini e i dovuti accertamenti, chiedendo poi al gip l’applicazione della misura cautelare. Che è arrivata nei giorni scorsi, con il braccialetto elettronico e il divieto di avvicinamento alla moglie. La distanza da mantenere: almeno 500 metri.
L’emergenza
Le parole del questore sulla violenza di genere: «L'attività repressiva, pur coronata da efficaci risultati, non risulta sufficiente ad arginare un fenomeno ormai strutturale come la violenza di genere, che richiede un deciso cambiamento culturale che coinvolga tutti gli attori istituzionali e non per condividere adeguate azioni di contrasto. Una cultura che sia più forte dell'indifferenza, dell'insofferenza, dell'intolleranza, dell'ignoranza dettata dai pregiudizi. Una cultura che possa restituire a ciascuna donna il diritto ad essere pienamente libera, pienamente se stessa».