ANCONA - Presa a pugni in strada da uno sconosciuto per aver parcheggiato male. Lui, ex pugile cinquantenne, come in un ring ha sferrato una serie di colpi dritti in faccia alla poveretta, mandandola all’ospedale. Il motivo? Non riusciva a passare con la propria auto all’incrocio tra via Palestro e via Leopardi perché la signora aveva lasciato lo sportello aperto, giusto per pochi secondi, per andare a gettare la spazzatura.
Il racconto
«Adesso di notte non riesco a dormire, ho gli incubi», dice lei, colf di circa cinquant’anni. È intenzionata a sporgere denuncia alla polizia dopo la brutale aggressione subita lunedì scorso.
Le botte
Ne è scaturito un battibecco che rapidamente ha preso la piega peggiore. Più lei provava a difendersi, spiegando che stava lavorando e non sapeva dove parcheggiare, più lui alzava la voce e inveiva contro la poveretta. Insulti reciproci, un faccia a faccia da brividi, poi l’irreparabile: l’automobilista ha colpito con uno schiaffo la colf. «Io ho reagito, solo per difendermi, ma lui ha continuato a prendermi a schiaffi e a pugni - racconta la vittima -. A un certo punto non capivo più nulla, ricordo solo il dolore provato, vedevo tutto nero e sentivo il sangue uscire dalla bocca. Non sono caduta solo perché mi sono appoggiata a un’auto. Oltretutto io soffro di attacchi epilettici, ho temuto il peggio. Lo imploravo: “Fermati, stai picchiando una donna malata!”. Ma lui continuava. C’erano delle persone di passaggio, nessuno si è preoccupato di aiutarmi. Io stessa ho chiamato il 112, da sola, con le forze che mi erano rimaste». L’aggressore avrebbe tentato di allontanarsi, ma la colf gliel’ha impedito, piazzandosi davanti alla sua auto in modo da ostacolarne la ripartenza. «Se hai il coraggio investimi, da qui non mi muovo», gli urlava. All’arrivo della polizia, l’ex pugile era ancora in via Leopardi: è stato identificato e ascoltato, così come la vittima, accompagnata dal 118 all’ospedale per le ferite riportate. Il dolore fisico non è nulla, paragonato a quello morale. «Si giustificava dicendo che l’ho insultato prima io: ma basta questo - si chiede la signora - per prendere a pugni una donna?».