Alluvione, diffida a Comune di Senigallia e Regione. Gli sfollati: «Ora il risarcimento danni»

Alluvione, diffida a Comune di Senigallia e Regione. Gli sfollati: «Ora il risarcimento danni»
​Alluvione, diffida a Comune di Senigallia e Regione. Gli sfollati: «Ora il risarcimento danni»
di Sabrina Marinelli
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Mercoledì 8 Maggio 2024, 01:35 - Ultimo aggiornamento: 11:48

SENIGALLIA Diffidati Comune e Regione dagli sfollati di Molino Marazzana, che chiedono il risarcimento dei danni subiti ma, soprattutto, vogliono sapere che ne sarà delle loro case. Continuano, oltretutto, a pagare le tasse per immobili che non possono utilizzare perché un’ordinanza di sgombero, ancora in vigore, lo vieta. «Il 6 maggio abbiamo inviato al Comune di Senigallia e alla Regione Marche una diffida in nome e per conto dei proprietari e residenti di località Molino Marazzana – spiegano gli avvocati Paola Grilli e Simona Antonietti, legali degli alluvionati - relativa dell’evento alluvionale del 15 settembre 2022 e dell’inondazione, circa 2,50 metri di fango, che ha colpito questa località, a seguito della quale i nostri assistiti sono stati costretti ad abbandonare immediatamente le abitazioni, portando con sé soltanto pochi beni di prima necessità». 


Il trasloco

Nell’immediatezza alcuni sono andati in albergo poi, con il passare del tempo, in abitazioni concesse in locazione con contratti transitori, spesso apparse inadeguate alle loro esigenze e, comunque, di breve durata. «Oltre all’evidente danno patrimoniale – proseguono -, di enorme rilievo è anche il danno esistenziale che ciascuno dei proprietari e residenti ha subito, poiché l’evento ha tristemente travolto le vite delle persone coinvolte che hanno visto radicalmente mutate le proprie abitudini, la mera quotidianità, la qualità della vita e il benessere psicologico».

Ad oggi, trascorsi quasi due anni, nulla è cambiato e sia proprietari che i residenti della località Molino Marazzana vivono nella totale incertezza del proprio futuro. 

Le incertezze

Non sono stati ancora informati sulla destinazione dell’area e non possono procedere alla ristrutturazione delle proprie case perché è ancora vigente l’ordinanza di sgombero. Ignorano, inoltre, se verranno effettuati nella zona degli interventi per la messa in sicurezza del fiume o saranno soggetti a provvedimenti di esproprio o delocalizzazione. «I nostri assistiti – proseguono le legali -, già duramente provati anche economicamente dall’alluvione del 2014, per la quale hanno ricevuto risarcimenti miserrimi, si trovano con una proprietà che attualmente ha un valore commerciale pari allo zero, vittime dell’immobilismo e della totale assenza di riscontro da parte dell’amministrazione comunale e regionale, senza poter decidere su una definitiva sistemazione abitativa». Tutto tace e sono stanchi di attendere senza prospettive. «Sono cittadini colpevolmente abbandonati a se stessi – concludono -, privati della loro dignità di individui e persone ma che, ad oggi, versano le imposte su quei beni dove ancora grava l’ordinanza di sgombero. Chiediamo un risarcimento dei danni e soprattutto risposte».

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