Vallefoglia, tradito dal cugino viene preso con la cocaina: guerra tra bande, raid e vendetta in casa dei parenti

Vallefoglia, tradito dal cugino viene preso con la cocaina: raid di vendetta in casa dei parenti
Vallefoglia, tradito dal cugino viene preso con la cocaina: raid di vendetta in casa dei parenti
di Luigi Benelli
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Venerdì 19 Aprile 2024, 02:40 - Ultimo aggiornamento: 15:57

VALLEFOGLIA - Guerra tra bande per la spartizione del territorio di spaccio, delazioni e ritorsioni. Ieri mattina l’udienza di convalida dell’arresto di un 30enne albanese domiciliato a Vallefoglia

La vicenda

Il fatto è avvenuto domenica quando alla centrale dei carabinieri sono arrivate alcune chiamate dei residenti che avevano visto e sentito una lite nella zona di Bottega. Arrivati sul posto i militari hanno trovato un albanese che aveva asserito di essere stato aggredito da un connazionale dicendo di aver paura perché in casa l’uomo aveva delle armi. Di fronte a quest’accusa, i carabinieri si sono fiondati a casa del 35enne trovando alcuni componenti della sua famiglia ma non lui. In casa nessuna traccia di armi, ma nascosti in un cassetto c’erano 180 grammi di cocaina in parte suddivisa in dosi, oltre all’immancabile bilancino di precisione per confezionare la merce. Rintracciato il 35enne, l’uomo ha raggiunto i familiari in caserma, assumendosi la responsabilità del possesso della cocaina. Così è stato arrestato per detenzione ai fini di spaccio della sostanza stupefacente. Un contesto stratificato e complesso anche perché poche ore dopo, l’uomo che aveva detto di essere stato aggredito dal 30enne, avrebbe fatto irruzione assieme ad altri nella casa del cugino dell’arrestato mettendo tutto a soqquadro e spaccando diverse suppellettili. A terra è stato lasciato anche un pugnale. Ieri, difeso dall’avvocatessa Simonetta Giubilaro, il 35enne ha detto che la droga era per uso personale in quanto assiduo consumatore. E di non sapere chi fosse il suo venditore, perché lo avrebbe incontrato a Rimini senza conoscerlo. Il giudice non lo ha creduto e lo ha lasciato in carcere. L’avvocatessa è determinata a patteggiare la pena, ma prima bisognerà conoscere gli esiti delle analisi per conoscere il grado di purezza della cocaina, elemento chiave per la definizione del patteggiamento. La storia sembrerebbe non essere finita qui, perché le ritorsioni e le aggressioni potrebbero avere degli strascichi investigativi e giudiziari. 

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