Amanda Sandrelli veste i panni
di una locandiera feroce e cinica

Amanda Sandrelli
Amanda Sandrelli
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Martedì 15 Gennaio 2019, 12:53
OSIMO - Oggi martedì 15 gennaio Amanda Sandrelli è “La locandiera” di Carlo Goldoni nell’adattamento firmato da Francesco Niccolini per la regia di Paolo Valerio, nuovo appuntamento di cartellone al Teatro la Nuova Fenice realizzato da Comune, Asso e Amat con il contributo di MiBac e Regione Marche. Prodotto da Arca Azzurra Produzioni e Teatro Stabile di Verona, con l’adattamento e la drammaturgia di Francesco Niccolini, le scene di Antonio Panzuto e la regia di Paolo Valerio, lo spettacolo vede impegnati, oltre alla Sandrelli gli attori Alex Cendron e Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Dimitri Frosali, Massimo Salvianti e Lucia Socci. Goldoni non lascia scampo a dubbi, eppure per quasi duecento anni la tradizione ha voluto che Mirandolina fosse inchiodata alla sua natura dolciastra, un po’ cocotte, effervescente gaia ed esuberante. Ma se La Locandiera giustamente viene considerato un autentico capolavoro del teatro di tutti i tempi, non è certo perché la sua protagonista è la paladina del brio e dell’effervescenza. È una donna feroce, orfana, abituata a comandare, a difendersi e a lottare. Lottare su più fronti: lotta per portare avanti la locanda dopo la morte del padre, lotta contro quattro uomini in contemporanea, lotta per affermare la forza e la dignità di una donna amazzone, in un mondo in cui le donne sono solo oggetto di piacere o di disprezzo.

«Fra tutte le commedie da me sinora composte – scrive Goldoni nell’avvertimento al lettore – starei per dire esser questa la più morale, la più utile, la più istruttiva. Sembrerà ciò essere un paradosso a chi vorrà fermarsi a considerare il carattere della Locandiera, e dirà anzi non aver io dipinto altrove una donna più lusinghiera, più pericolosa di questa». La scena, precisa Goldoni, è a Firenze e questo è un grande affresco di toscanità. Mirandolina è una donna feroce, abituata a comandare, “toscanamente” autoritaria e incline al tornaconto: lotta per portare avanti la locanda dopo la morte del padre e, in contemporanea contro un marchese squattrinato, un ricco volgare, il misogino cavaliere di Ripafratta, un cameriere tutto fare e che non vuole staccarsi dalla sua padrona, possibile sposa. Lotta per affermare la forza e la dignità in un mondo in cui le donne sono solo oggetto di piacere o di disprezzo. «Il desiderio intimo - conclude il commediografo - di Mirandolina è sì piacere, ma anche perché, piacendo, la cassa si rimpingua: la sua civetteria è calcolo».

«Nel feroce mondo nuovo che Carlo Goldoni sa dipingere - sottolinea nella nota il drammaturgo Francesco Niccolini -, la locandiera chiude tutte le porte e resta l’indiscussa padrona della sua vita. Al sicuro, certo, ma spogliata di quel turbamento amoroso che, inatteso, è arrivato a stravolgere la vita e i piani. Rinuncia, Mirandolina. Si sposa cinicamente, con il commento più feroce che mai abbia accompagnato una brulla cerimonia: “Anche questa è fatta”. E tutti vissero infelici e scontenti».

Biglietti: botteghino del Teatro La Nuova Fenice (Piazza Marconi 3) aperto oggi dalle ore 17. Informazioni: Teatro La Nuova Fenice 071/7231797, Amat 071/2072439 www.amatmarche.net, Call Center dello spettacolo delle Marche 071/2133600. Inizio ore 21,15.
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