PARIGI - "Dalla rabbia alle soluzioni": Emmanuel Macron, come aveva promesso nel suo messaggio televisivo del 10 dicembre, in piena crisi dei gilet gialli, scrive una lettera ai francesi, come fecero altri suoi predecessori, da Mitterrand a Sarkozy. E' il prologo al grande dibattito nazionale in cui per 2 mesi i francesi discuteranno i grandi temi che dividono il Paese e che nelle intenzioni del presidente dovrebbe chiarire le priorità condivise. Quattro temi e 32 domande che Macron sceglie di porre direttamente ai suoi concittadini, garantendo che "non ci sono interrogativi proibiti" e che anche se "non saremo d'accordo su tutto", dimostreremo di essere "un popolo che non ha paura di parlare, di discutere, di dibattere". "La Francia - scrive Macron - non è un Paese come gli altri. Il senso delle ingiustizie è più forte che altrove. L'esigenza di aiuto reciproco e di solidarietà è più forte. Da noi chi lavora finanzia le pensioni. Un gran numero di persone paga l'imposta sul reddito, a volte pesante, che riduce le diseguaglianze. Da noi la scuola, la salute, la sicurezza, la giustizia sono accessibili a tutti, indipendentemente dalla situazione e dalla ricchezza. Gli imprevisti della vita, come la disoccupazione, possono essere superati grazie allo sforzo condiviso da tutti". Macron afferma di "condividere l'impazienza" di chi oggi è "insoddisfatto o arrabbiato" per "le tasse troppo alte, i servizi pubblici troppo distanti, gli stipendi troppo bassi". Ma la "condizione" è di "non accettare alcuna forma di violenza".
Tema numero uno, le tasse: "Come rendere il nostro fisco più giusto ed efficace? Che tasse bisogna abbassare prima delle altre?", chiede il presidente. E "quali tagli?". Quali "servizi pubblici possono essere eliminati perché superati o inutili", e "quali i nuovi bisogni di servizi?". Si passa poi al secondo tema del dibattito: l'organizzazione dello Stato e degli enti pubblici. "Più decentralizzazione? Come vorreste migliorare l'azione dello stato? Dell'amministrazione?". Poi il delicato argomento della "transizione ecologica": "Come la finanziamo? Con tasse? Imposte? Chi deve essere coinvolto per primo?". E scendendo nel particolare, "come sostituire la vecchia caldaia, o la vecchia automobile?". Nel quarto capitolo, relativo ai temi della democrazia e della cittadinanza, trovano posto domande sul numero dei parlamentari, sulla riforma delle istituzioni, sulla democrazia partecipativa, con una domanda specifica sul "maggior ricorso al referendum" e su "chi debba averne l'iniziativa", un tema diventato la prima richiesta dei gilet gialli. C'è spazio anche per l'immigrazione: "Cosa proponete per migliorare l'integrazione nella nostra Nazione? In tema di immigrazione, una volta soddisfatti i nostri obblighi di asilo, pensate che dovremmo fissarci obiettivi annuali definiti dal Parlamento? Cosa proponete per rispondere a questa sfida che durerà nel tempo?". "Questo dibattito - conclude il presidente - è un'iniziativa inedita dalla quale ho la ferma intenzione di trarre tutte le conclusioni.