Le Marche della birra: la qualità
è riconosciuta anche all'estero

Le Marche della birra: la qualità è riconosciuta anche all'estero
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Sabato 16 Giugno 2018, 18:05 - Ultimo aggiornamento: 18:06
Ninkasi, tu sei colei che versa la birra filtrata del tino di raccolta, come l’avanzata impetuosa del Tigri e dell’Eufrate». Ninkasi è la divinità a cui venne dedicato questo inno sumero ben 3.900 anni fa, ma sono state rinvenute tavolette incise con persone intente a bere birra datate più di 6.000 anni fa. La birra ha origini molto antiche, ma chi l’abbia davvero inventata o scoperta è un mistero. Potrebbe essere stata una donna che, dopo aver lasciato al sole dei chicchi di grano o di orzo bagnati, li ha ritrovati pochi giorni dopo fermentati: quella strana acqua torbida era gradevole e tonificante e può darsi che la prima bevanda fermentata sia nata proprio così.

Visto che quasi tutti i cereali vanno incontro a questo processo dovuto ai lieviti presenti nell’aria, è probabile che bevande simili tra loro si siano sviluppate spontaneamente in varie parti del mondo, dal Centro America al Medio Oriente e oltre. È curioso che nel Medioevo la produzione di birra fosse ancora una prerogativa femminile: si preparava in casa, quotidianamente, ed era un ottimo sostituto dell’acqua, a quei tempi assai malsana, per tutte le classi sociali del nord Europa. Nel sud dell’Europa invece, viene preferito il vino, bevanda raffinata, prodotta nei monasteri: tutto il contrario avviene nei monasteri tedeschi, dove si scoprono le proprietà aromatizzanti e conservanti del luppolo che consentono di allungare facilmente il suo consumo nel tempo e il commercio in altri paesi. Arrivando fino a noi, oggi, la birra ha conquistato un posto di eccellenza sulle tavole di tutto il mondo, con una ricerca accurata e selettiva che ha messo in risalto le qualità della birra artigianale, balzata ai primi posti nelle scelte dei consumatori che iniziano ad apprezzarne la genuinità, rispetto alla produzione industriale.

Fino a pochi anni fa nessuno avrebbe mai immaginato che nella nostra regione sarebbero nati tanti birrifici e beer firms. Molti giovani imprenditori appassionati si sono cimentati nella produzione di birre chiare, ambrate e rosse, raggiungendo livelli di alta qualità e vincendo importanti premi e riconoscimenti nelle principali competizioni italiane e straniere. Secondo Nicoletta Tagliabracci, ambasciatrice territoriale dell’enogastronomia e presidente dell’Associazione culturale Kairòs che da dieci anni si occupa della promozione di prodotti tipici, gli stessi belgi, tedeschi o inglesi, detentori fino a questo momento dei primati per quantità e qualità di birre, stanno riconoscendo ai prodotti italiani, e marchigiani nello specifico, delle caratteristiche di grande pregio dovute ai profumi e agli aromi ben dosati e miscelati. Bevande che si stanno rivelando gustose e ricche di percettori sensoriali insoliti: «Parliamo naturalmente di birre artigianali, ad alta fermentazione, non pastorizzate, non filtrate e prive di qualunque conservante e anzi arricchite da erbe, frutta e spezie che naturalmente donano sapori unici - spiega Tagliabracci - Inoltre è stato fatto un grande lavoro di recupero dei campi di orzo spesso di proprietà di famiglia per cui si parla di “birrificio agricolo” nel caso in cui anche l’orzo, ingrediente indispensabile, sia a chilometro zero». 

Altro dato significativo è l’acqua delle nostre montagne Catria e Nerone, l’orzo dei propri campi in buona parte maltato ad Ancona, l’ingegno e la passione mescolati insieme per sperimentare nuovi ingredienti e aromi.

Se fino a poco tempo fa si conoscevano solo le “bionde”, tutte di ugual sapore, oggi, ogni birrificio artigianale vanta diverse tipologie: Weiss, Amber, Kolsch, Ipa, Porter, Stout. I consumatori sono sempre più curiosi e attratti dalle differenze e si è aperto un mondo interessante e stimolante. «Credo molto nelle birre artigianali locali, ne ho conosciute tante e le ho presentate in diverse occasioni all’interno delle serate organizzate dalla nostra associazione. - prosegue la Tagliabracci - Assaggiandole, nella loro peculiarità, ho capito che si abbinano benissimo ai piatti della nostra tradizione, dagli antipasti di verdure, ai primi piatti, alle zuppe, ai secondi di carne e perfino ai dolci. Ci sono birre, prodotte in tiratura limitata, che riprendono l’uso delle birre natalizie dei monaci e che si servono a temperatura ambiente; sono più alcoliche e aromatiche, profumano di caramello, nocciola, cannella e sono perfette accanto a una fetta di torta al cioccolato. Il messaggio che vorrei che arrivasse è proprio quello di abbinarle ai piatti di ogni giorno un po’ come si fa per il vino, sganciandole dall’automatismo pizza-birra-estate». Le birre artigianali sono anche più digeribili e salutari rispetto all’abbinamento con la pizza che contiene già un impasto lievitato. La provincia di Pesaro e Urbino vanta quasi 20 tra birrifici e beer firm: tra gli ultimi nati, Yalkis di Pesaro e Gloria Mundi di Serrungarina che hanno già ottenuto prestigiosi riconoscimenti.
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