Urbino, abusi sulle pazienti, il medico
si difende: «Soltanto visite scrupolose»

Urbino, abusi sulle pazienti, il medico si difende: «Soltanto visite scrupolose»
di Eugenio Gulini
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Domenica 20 Gennaio 2019, 08:30

URBINO - È arrivata la notifica dell’interrogatorio di garanzia nei confronti del medico cardiologo Valentino Ferri, 67 anni, accusato di violenza sessuale aggravata: comparirà martedì 22 gennaio, alle 15.30, davanti al Gip Egidio de Leone che ha firmato la misura degli arresti domiciliari chiesta dal Pm Irene Lilliu ed eseguita, senza clamori, dai militari dell’Arma di Piandimeleto e Sant’Angelo in Vado in una delle due strutture in cui svolgeva la sua professione dopo la pensione. il suo avvocato Mauro Gregorini, continua nella difesa del suo assistito: «E’ estremamente tranquillo e respinge tutte le accuse. Pur scosso dall’arresto è sereno, ritiene di essere innocente, di essersi comportato in maniera professionale».
  
La brutta vicenda che ha colpito l’ex primario che oggi lavora in due ambulatori privati, accusato di violenza sessuale su 9 pazienti di cui due minorenni, una 16enne e una bambina di 11 anni, ha letteralmente devastato l’entroterra pesarese e non solo. Il medico esercitava a Sassocorvaro e Urbania, risiede con la moglie, infermiera in pensione, a Peglio, ed è conosciuto e stimato come professionista anche Sant’Angelo in Vado.
Per l’accusa, sostenuta anche dalla perizia di un consulente primario chiamato dal Pm Irene Lilliu, Ferri avrebbe molestato le pazienti con la scusa di dover controllare il polso dell’arteria femorale (vicino l’inguine) la difesa da parte sua confida «di dimostrare – ha ribadito l’avvocato Gregorini - che si trattava solo della pratica di un medico scrupoloso. Infatti non si esclude, dal punto di vista medico, questa procedura per valutare la buona salute di un giovane o di una persona che si appresta a svolgere attività fisica». Il suo assistito si avvarrà della facoltà di non rispondere? «Debbo ancora studiarmi gli atti e non escludo nulla nemmeno la possibilità, come è stato accennato, di essere affiancato da colleghi più consumati». Per quanto riguarda le indagini e l’appello dei carabinieri ad altre possibili donne che avrebbero taciuto per una logica ritrosia e che si allarghi così il ventaglio delle denunce, il capitano della Compagnia dei Carabinieri di Urbino, Renato Puglisi, è chiaro: «Al momento mi sembra ancora presto. Comunque, nessuno ci ha in queste ore contattato. Invito di nuovo le eventuali, ulteriori, vittime a non chiudersi».

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