Il rebus dei rifiuti, persi 5 anni per la scelta dell'azienda unica

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Domenica 18 Novembre 2018, 05:05
IL CASO
ANCONA Pessimi oroscopi sul futuro della gestione integrata dei rifiuti urbani, con tempi destinati ancora ad allungarsi - dopo l'ultima sentenza del Consiglio di Stato che riavvolge il nastro - nel tormentato iter verso l'affidamento a un unico soggetto del servizio di raccolta differenziata e smaltimento nel territorio dell'Ambito territoriale ottimale 2, che copre tutti i 47 comuni della provincia di Ancona tranne Loreto, passato con Macerata.
L'assemblea dell'Ato, il parlamentino degli amministratori locali, si era costituita il 18 febbraio 2013 per individuare il gestore unico e raggiungere gli obiettivi indicati dal Codice Ambientale del 2006 e dalla legge regionale di attuazione: dare una guida unica al servizio, superare la frammentazione delle gestioni, introdurre criteri di efficienza, efficacia, economicità, trasparenza e sostenibilità ambientale, migliorare i servizi con standard di qualità omogenei per tutti gli utenti. In altri ambiti territoriali, ad esempio Macerata con il Cosmari, dove si partiva da una situazione meno frammentata, ci si è già riusciti dal 2014, con costi per l'utenza ridotti di un milione nel primo anno di gestione integrata. Nella provincia di Ancona invece ci sono voluti due anni (fino al 2 marzo 2015) prima che l'assemblea territoriale d'ambito esprimesse l'intenzione di individuare la Società Multivervizi Spa quale potenziale soggetto giuridico pubblico candidato come gestore unico in house. E altri due anni e mezzo (27 luglio 2017) affinché la stessa assemblea Ato 2 deliberasse di affidare fino al 2031 la gestione in house del servizio di spazzamento, raccolta e trasporto rifiuti nel territorio a una NewCo formata all'85% da Multiservizi Spa e al 15% da Ecofon Conero Spa.
Decisione sofferta
Una decisione sofferta, presa a maggioranza (31 Comuni favorevoli su 47) con 8 assenti e 5 contrari, tra cui città importanti come Jesi, Fabriano e Falconara. Pareva comunque fatta, tanto che all'indomani di quel via libera il sindaco di Ancona Valeria Mancinelli, che aveva caldeggiato la soluzione New Co e si preparava a vedere confluire la partecipata Anconambiente in Multiservizi, sottolineava l'importanza di «un'aggregazione provinciale che offre la possibilità di un miglior servizio e minori costi, con economie a regime tra il 10 e il 20%». Purtroppo però, voci di dissenso come quella del sindaco di Jesi, oggi suonano premonitrici, alla luce delle sentenze che hanno stoppato l'affidamento in house del servizio. «Un passaggio che riguarda un appalto da un miliardo di euro per i prossimi 14 anni andava fatto senza quella indeterminatezza sul piano economico e finanziario che c'è invece attualmente», così Massimo Bacci aveva commentato quel voto dell'assemblea, aggiungendo il suo timore che il provvedimento votato dall'Ata potesse venir impugnato.
Puntuali, sono arrivati i ricorsi al Tar di due imprese - Rieco e Marche Multiservizi (partecipata da Hera) - escluse da quel business da un miliardo di euro per la gestione dei rifiuti. Entrambe contestavano il carattere davvero in house delle società affidatarie, che per legge possono dirsi tali solo se «oltre l'80% del loro fatturato sia effettuato nello svolgimento dei compiti a esse affidati dall'ente pubblico o dagli enti pubblici soci».
Né la Multiservizi (ora diventata Vivaservizi) né la Ecofon, secondo la sentenza del Tar Marche del 16 gennaio, rispettavano tali requisiti. E anche il Consiglio di Stato, l'altro ieri, ha giudicato illegittimo l'affidamento deciso dall'assemblea dell'Ato 2. Pur ritoccando le motivazioni, la sentenza conclude che «la Multiservizi non rispetta il requisito dell'attività prevalente» per l'ente pubblico. Il Consiglio di Stato confronta il fatturato 2016 di Multiservizi (69.612.969 euro) con quello soverchiante a livello consolidato, del gruppo di cui Multiservizi fa parte: Estra Energie ha infatti realizzato ricavi per 541.559.068 euro, cui vanno aggiunti i 25.739.639 di fatturato di Edma Reti Gas e i 4.574.777 di Aes Fano.
Saltano i parametri
Dunque, saltano i parametri per l'affidamento in house. «È la conferma di quanto abbiamo sostenuto sin dal primo ricorso al Tar», commenta l'avvocato Maurizio Discepolo, legale di Rieco. E ora? Per forza l'iter dovrà proseguire, approvando il piano d'ambito e selezionando il gestore unico, ma l'assemblea ora ha due possibilità. Puntare ancora sull'affidamento in house, ma cambiando la compagine societaria della New Co, per evitare che Multiservizi si porti in dote anche i fatturati della holding sballando le quote dell'attività prevalente per il pubblico. Oppure puntare su una gara europea a evidenza pubblica per affidare l'appalto miliardario. Servirà altro tempo, almeno un anno, dopo averne persi 5 per scegliere un gestore bocciato dalle sentenze.
Lorenzo Sconocchini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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