Marche, vigili del fuoco a Genova
«Al lavoro per salvare ancora vite»

Marche, vigili del fuoco a Genova «Al lavoro per salvare ancora vite»
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Domenica 19 Agosto 2018, 17:40 - Ultimo aggiornamento: 17:44

ANCONA - «Neanche il terremoto è così sconvolgente». Franco Secondi, capo reparto del Centro documentazione della Direzione regionale Marche dei vigili del fuoco, sta rientrando da Genova. Fa parte del contingente marchigiano che, dal 14 agosto, scava tra le macerie del ponte dell’A10 crollato. Con lui ci sono Danilo Dionisi, che si occupa delle comunicazioni, e quattro squadre specializzate di cinofili inviate dalla Direzione regionale Marche.
 

 


La missione
«Il nostro centro operativo - afferma Secondi - è proprio sotto il ponte crollato: è una zona interdetta, dove le squadre si alternano nel lavoro di ricerca e soccorso». Sì, ancora soccorso, chi è tra le macerie, ha solo questo in mente. «I vigili del fuoco - aggiunge - sono al lavoro per tirare fuori le persone. Sappiamo benissimo che è un’impresa un po’ ardua, viste la consistenza del crollo e il tempo che scorre, ma, come si dice in questi casi, la speranza non viene mai meno».

I team specialisti del Corpo si prodigano, senza soluzione di continuità, per cercare ancora tra le macerie del ponte Morandi: in prima fila la squadra Usar (search and rescue, ricerca e soccorso), di cui fanno parte i cinofili, tra cui anche i quattro gruppi marchigiani. I vigili utilizzano equipaggiamenti e attrezzature speciali: geofoni, robot, termocamere, search-cam, nulla viene lasciato di intentato. Solo quando c’è la certezza dell’assoluto silenzio, le ruspe portano via detriti giganteschi. Nella notte di venerdì, testimonia il vigile del fuoco, è stata trovata la macchina della famiglia, che tuttavia è ancora dispersa.

«Terremoti ne ho visti parecchi - dice Secondi - ma quello che vediamo a Genova è sconvolgente, allucinante. Qui, sotto al ponte crollato, tra il greto del torrente e la ferrovia, dove siamo noi, la zona è completamente isolata, i non addetti ai soccorsi non possono accedere in alcun modo». Le drammatiche condizioni di lavoro sono rese ancora più proibitive dalla necessità di essere veloci.

La task force
«Io sono qui da tre giorni e sono tre giorni che non mi muovo», commenta Secondi, che attraverso la sua esperienza, racconta l’impegno di tutti i vigili del fuoco. «Sono qui da tre giorni - dice - non dormi, non ti lavi, turni H24, con cambi molto frequenti». Questa è la vita del vigile del fuoco. «Non ci diamo per vinti mai - rincuora sé stesso e gli altri Secondi - fino all’ultimo blocco di cemento vogliamo tirare fuori dalle macerie le persone». Una forza che trova, anche in un disastro del genere, un motivo di sollievo: poteva andare molto peggio. «Sì, certo - afferma ancora il vigile del fuoco - nella tragedia è stato un bene che la città fosse vuota per il Ferragosto». Il lavoro di Secondi e Dionisi riguarda anche la documentazione dell’evento.
La loro produzione più evidente sono le immagini che hanno fatto il giro del mondo del disastro su tutti i media; quella ancora più rilevante riguarda invece l’indagine avviata per far chiarezza sul crollo: la documentazione raccolta dai vigili del fuoco farà infatti parte del fascicolo aperto dalla procura di Genova. Non solo per salvare vite, anche per accertare la verità il vigile del fuoco è un angelo.

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