Caldo africano tra fine luglio
ed inizio agosto: le zone "bollenti"

Caldo africano tra fine luglio ed inizio agosto: le zone "bollenti"
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Venerdì 27 Luglio 2018, 13:37 - Ultimo aggiornamento: 28 Luglio, 16:08
ANCONA - “Ci aspetta un periodo tra fine Luglio e inizio Agosto piuttosto rovente su gran parte d'Italia” - spiega Daniele Berlusconi meteorologo di 3bmeteo.com, che aggiunge: “Se fino ad ora l'Estate 2018, a parte per qualche giorno molto caldo al Sud, ci aveva risparmiato le intense e prolungate ondate di calore che avevano caratterizzato le ultime stagioni, nei prossimi giorni il caldo e l'afa si faranno sentire. Le temperature aumenteranno nel corso del weekend a partire dal Nord e dalla Sardegna in seguito all'espansione dell'anticiclone nord-africano a partire da Ovest. L'apice del caldo sarà probabilmente raggiunto nel corso della prossima settimana con valori fino a 36-38°C sulle pianure del Nord, del Centro e in Sardegna, ma non si escludono punte localmente superiori. Aumenterà anche la sensazione di afa e di conseguenza il disagio nelle ore serali e notturne”.

NEL WEEKEND ANCORA QUALCHE LOCALE TEMPORALE

“Nel corso del weekend la cupola anticiclonica non sarà ancora così forte da azzerare tutti i disturbi nuvolosi e gli spunti temporaleschi. In un contesto in prevalenza soleggiato e già piuttosto caldo, qualche fenomeno pomeridiano o serale si innescherà ancora sulla dorsale appenninica, specie tra Molise, Campania e Basilicata. I temporali impegneranno anche le Alpi, soprattutto nella giornata di sabato, dove localmente potranno assumere anche forte intensità e sconfinare anche alle vicine pianure, in particolare sul Piemonte”.

CALDO AFRICANO, QUANTO DURERA?

“Le masse d'aria calda che ci interesseranno nel corso dei prossimi giorni non ci abbandoneranno tanto facilmente. L'ondata di calore, seppur probabilmente senza temperature record, potrà risultare abbastanza duratura.” – concludono da 3bmeteo.com. “Almeno fino ai primi giorni di Agosto avremo temperature superiori alla media su tutta Italia con le anomalie più elevate sulle regioni tirreniche e settentrionali”.

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