Dipendenti sotto stress: la Regione
ora assume lo psicologo di sostegno

Dipendenti sotto stress: la Regione ora assume lo psicologo di sostegno
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Giovedì 17 Gennaio 2019, 05:25
ANCONA - Dipendenti regionali sull’orlo di una crisi di nervi? Niente paura: a palazzo Raffaello arriva lo psicologo. «Al fine di ridurre conflitti, situazioni di disagio e di inefficienza organizzativa e migliorare il benessere lavorativo – si legge nel decreto n. 2 del dirigente del Servizio Risorse umane dello scorso 11 gennaio –, il Cug (Comitato unico di Garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni), nell’esercizio dei compiti previsti dalla normativa, ha proposto l’attivazione di un Servizio di Ascolto rivolto al personale dipendente della Regione, per un periodo di almeno 18 mesi».

 

Uno sportello ad hoc volto a creare un ambiente lavorativo più sano nei palazzi del potere e che verrà finanziato con fondi propri del Cug. Psicologo in Regione A novembre, era stato approvato lo schema di avviso di selezione pubblica per il conferimento dell’incarico professionale ad una figura con laurea in psicologia del lavoro, iscritta all’Ordine e con «esperienze considerevoli in servizi analoghi maturate presso pubbliche amministrazioni e/o altri datori di lavoro privati». 

Alla scadenza della selezione, lo scorso 20 dicembre, sono pervenute 10 domande – di cui solo cinque ritenute idonee in base ai requisiti richiesti – ed a breve inizieranno i colloqui per l’individuazione della persona che per almeno un anno e mezzo sarà messa a disposizione dei dipendenti regionali per sfogarsi e parlare di qualunque tipo di problematica collegata all’ambiente lavorativo: dal semplice stress, a rapporti difficili con colleghi e superiori, fino a casi eventualmente più gravi come il mobbing. Il Cug – comitato che ha proposto al Servizio risorse umane della Regione l’attivazione dello sportello di ascolto e di cui tutte le amministrazioni pubbliche hanno l’obbligo di dotarsi –, è stato infatti istituito nel 2010 con obiettivo di migliorare l’efficienza delle prestazioni garantendo, nel contempo, «un ambiente di lavoro caratterizzato da rispetto dei principi di pari opportunità e dal contrasto di qualsiasi forma di discriminazione e di violenza morale o psichica per i lavoratori». 

Al di là del fatto che sembra quasi impossibile che una pubblica amministrazione di una regione poi non così enorme possa trovarsi a gestire situazioni complicate dal punto di vista interpersonale negli uffigi del Palazzo di Ancona è anche vero che decisione di attivare uno sportello di ascolto a palazzo Raffaello potrebbe invece avere - sorpresa sorpresa - un suo effettivo senso. A fine 2017, ai dipendenti e dirigenti regionali era stato sottoposto un questionario per valutare il benessere organizzativo sul posto di lavoro. E attraverso quel dossier erano emerse situazioni di disagio variegate, che in alcuni casi denunciavano anche l’ombra del mobbing. La fotografia scattata da quell’indagine restituiva un quadro a tinte fosche di ciò che avviene dentro le mura della Regione ed i dipendenti, a volte nascosti dall’anonimato del questionario, avevano sottolineato pesanti criticità nei rapporti con i loro superiori. 

Una situazione talmente insospettabile da spingere l’ente a chiamare ciascun dirigente affinchè individuasse una criticità specifica del proprio servizio e, con l’ausilio del Servizio risorse umane, ad elaborare un progetto di miglioramento organizzativo, con finalità di prevenzione per il fenomeno del mobbing. Il ricorso allo sportello d’ascolto con psicologo annesso fa supporre che la situazione non sia proprio così sotto controllo. Oppure no?
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