Colpo di spugna sulle spese facili alla Regione Marche: prescrizione per 16

Colpo di spugna sulle spese facili alla Regione Marche: prescrizione per 16
Colpo di spugna sulle spese facili alla Regione Marche: prescrizione per 16
di Federica Serfilippi
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Mercoledì 22 Febbraio 2023, 01:05

ANCONA - Sedici posizioni dichiarate prescritte e un processo in cui rimangono 39 imputati. È l’ennesimo scenario che si è aperto nell’ambito del procedimento delle cosiddette Spese Facili degli ex consiglieri regionali, accusati di peculato per aver ottenuto - questa la tesi della procura di Ancona - rimborsi per fatture non prettamente istituzionali o comunque non giustificate durante i loro mandati. Ieri, il giudice Edi Ragaglia ha interrotto parte del processo ai danni di 55 imputati per la sentenza di prescrizione che ha riguardato 16 posizioni.

Erano riferibili a spese relative agli anni 2008, 2009 e 2010 e riguardavano, tra le altre cose, scontrini di cancelleria, ristorazione e telefonia. 

Le posizioni

Il verdetto ha riguardato: Giuliano Brandoni, Antonio D’Isidoro, Roberto Giannotti, Leonardo Lippi, Katia Mammoli, Luigi Minardi, Fabio Pistarelli (attuale capo di Gabinetto della Regione), Cesare Procaccini, Franca Romagnoli, Vittoriano Solazzi, Franco Sordoni, Oriano Tiberi, Luigi Viventi e Roberto Zaffini. Nei confronti di Ottavio Brini e di Franco Capponi, il collegio ha dichiarato prescritte alcune contestazioni, mentre ne ha fatte cadere altre perché già oggetto di un filone - sempre per peculato e riferibili alle Spese facili - per cui i due ex consiglieri sono stati assolti in appello con sentenza ormai irrevocabile. Con la decisione presa ieri in aula, il processo proseguirà per 39 persone e per fatti che arrivano fino al 2012. A che punto siamo? All’audizione dei testimoni.

Entro la primavera dovrebbe arrivare l’agognata sentenza di un procedimento infinito e fatto di ricorsi e contro ricorsi. 

L’inchiesta

La prima udienza preliminare risale all’estate del 2016. Per 5 che avevano scelto l’abbreviato c’era stata l’assoluzione, per altri 60 il proscioglimento. Nel primo gruppo rientravano Gian Mario Spacca e Giacomo Bugaro che, dopo i ricorsi presentati dalla procura, sono stati condannati dalla Corte d’Appello di Perugia. La sentenza è stata recentemente annullata dalla Cassazione, che ha rinviato il procedimento a Firenze. Cosa è successo per gli altri 60? Che la procura aveva impugnato il proscioglimento, andando a disquisire in Cassazione. E la Cassazione ha rimandato gli atti al tribunale di Ancona, facendo ricominciare daccapo il procedimento. 

La seconda fase

Nuova udienza preliminare nel 2019, terminata con i 55 rinvii a giudizio (e il dibattimento ancora in atto) 5 abbreviati. Dai riti alternativi sono uscite 4 condanne e un’assoluzione (per Francesco Acquaroli, prima che diventasse governatore della Regione). Le condanne sono poi state riformate lo scorso settembre, in Corte d’Appello: assolti Adriana Mollaroli, Stefania Benatti e Giovanni Zinni, prescrizione per Lidio Rocchi. Un’altra pagina faticosamente chiusa. 
Capitolo a parte per chi, fin dalla prima tranche, ha sempre proceduto con l’abbreviato, come Spacca e Bugaro. Che ora dovranno vedersela anche con i giudici di Firenze. Per quanto riguarda il dibattimento ancora in pieno fermento, la prossima udienza è stata fissata dal collegio penale per il 28 febbraio. Si procederà con l’audizione dei testimoni. Poi si arriverà alla discussione, presentata dalla procura dal dottor Ruggiero Dicuonzo.

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