Visso, fondi per i terremotati: il sindaco
Pazzaglini indagato per peculato

Visso, fondi per i terremotati: il sindaco Pazzaglini indagato per peculato
di Benedetta Lombo
3 Minuti di Lettura
Martedì 22 Gennaio 2019, 10:49
VISSO - Secondo l’ipotesi della procura avrebbe ricevuto soldi da destinare ai commercianti danneggiati dal sisma senza utilizzarli per quel fine. Sequestrati 10.300 euro dal conto del sindaco Giuliano Pazzaglini. Il senatore leghista è indagato per peculato. La vicenda è emersa ieri dopo un post su Facebook dello stesso primo cittadino di Visso che per trasparenza ha voluto rendere pubblica una denuncia fatta nei suoi confronti. L’indagine a suo carico – nello stesso procedimento ma per fatti diversi è finito anche l’allora rappresentante della Croce Rossa locale, Giovanni Casoni – è nata a inizio del 2018 quando alcuni cittadini hanno presentato un esposto chiedendo che venisse fatta luce su alcuni passaggi di denaro a Visso. Il procuratore capo Giovanni Giorgio aveva quindi delegato i finanzieri della Tenenza di Camerino, guidata dal tenente Alessandro Tomei, di accertare i fatti.
 Al centro dell’esposto c’erano i fondi raccolti in occasione del motoraduno “In moto per ricominciare” organizzato il 14 maggio del 2017 dal Comune di Visso e da Moto Nardi di Civitanova in collaborazione con altre associazioni. La quota di partecipazione era di 10 euro e sarebbe stata interamente devoluta in beneficenza a favore della popolazione colpita dal sisma, in particolare dei commercianti che, dopo aver avuto il negozio lesionato dalle scosse o comunque nella zona rossa, avrebbero ripreso l’attività nelle strutture di legno nell’area del laghetto. Quel giorno furono più di un migliaio i motociclisti a partecipare insieme a diverse associazioni e vennero raccolti 11.800 euro. Una parte della cifra fu trattenuta per rimborsare le spese sostenute per l’organizzazione dell’evento, mentre la restante parte, 10.300 euro, fu consegnata “brevi manu” al sindaco Pazzaglini. I finanzieri, chiamati ad accertare come quei soldi fossero stati utilizzati, non avrebbero trovato alcun riscontro. Sentito a spontanee dichiarazioni, il senatore avrebbe dichiarato di non aver preso la somma in qualità di sindaco e quindi di pubblico ufficiale, ma come privato cittadino, come «custode della somma» avrebbe dichiarato, aggiungendo di aver utilizzato il denaro per lavori in favore dei commercianti. All’epoca il sindaco disse anche di avere una rendicontazione interna che però non era in grado di consegnare alle Fiamme gialle. Si sarebbe trattato di un file in formato Excel in cui aveva riportato l’utilizzo di tutta la cifra. A quel punto i finanzieri hanno sentito svariate decine di persone, tra imprenditori e artigiani che avevano effettuato lavori nell’area del laghetto e che avevano negato di aver preso soldi in contanti dal sindaco. La scorsa settimana i finanzieri hanno eseguito un sequestro preventivo di 10.300 euro sul conto di Pazzaglini, ora sono in corso ulteriori indagini per altri eventuali reati contro la pubblica amministrazione. «Il sindaco è molto sereno – ha commentato l’avvocato Giancarlo Giulianelli –, perché ritiene di poter dimostrare che le somme sono state spese per la causa per cui erano state raccolte. Giusto l’atto dovuto della procura ma si basa su una cattiva rappresentazione dei fatti».
© RIPRODUZIONE RISERVATA