Macerata, picchiata dopo la discoteca
«Bisogna fermare il suo aggressore»

Macerata, picchiata dopo la discoteca «Bisogna fermare il suo aggressore»
di Benedetta Lombo
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Venerdì 15 Giugno 2018, 11:00

MACERATA - Una misura cautelare che possa garantire la sicurezza e la tranquillità di Federica Luzio. È quanto chiesto dall’avvocato Federico Valori al sostituto procuratore del Tribunale di Ascoli, Mara Flaiani, che coordina le indagini sulla violenta aggressione avvenuta a San Benedetto la notte tra l’1 e il 2 giugno scorsi.
Il legale ha depositato una memoria nella quale ha anche chiesto la valutazione di una misura cautelare eventualmente da richiedere nei confronti dell’aggressore di Federica, trentenne maceratese vittima del pestaggio. «Ci soddisferebbe – ha spiegato l’avvocato Valori – anche un divieto di avvicinamento alla persona offesa, sia per garantire la sua tranquillità, sia perché se la giovane dovesse andare a San Benedetto a fare una passeggiata, non dovrebbe essere lei a cambiare strada se lo incontrasse, ma il suo aggressore». Che la titolare del ristorante “La pecora nera” (che si trova in via Severini a Macerata) continuasse ad avere paura di chi l’aveva presa a calci e pugni facendola finire al pronto soccorso con 25 giorni di prognosi, non era un mistero. L’aveva detto lei stessa alcuni giorni fa, durante una conferenza in cui era apparsa con gli evidenti segni delle violenze subite sul viso e sul corpo.
  
«Se ora ho paura? – aveva detto – Sì ce l’ho. Tanta. Perché lui sa dove abito». La notte tra l’1 e il 2 giugno Federica era andata insieme ad un’amica e a due ragazzi a San Benedetto per trascorrere una serata in discoteca. Uno dei due ragazzi, un giovane di 28 anni, l’aveva conosciuto circa un mese prima, glielo aveva presentato un’amica e dopo circa una settimana avevano iniziato a frequentarsi. «Ma non eravamo fidanzati», aveva precisato Federica. I quattro erano andati in una discoteca e Federica aveva incontrato il suo ex, i due avevano parlato per qualche minuto, poi lei era tornata dagli amici. Verso le 5 del mattino i quattro erano andati via con l’auto di Federica, ma non era lei a guidare. A un certo punto sul telefonino della ristoratrice era arrivato un Sms. A mandarlo l’ex. Per la giovane è stato l’inizio dell’incubo. L’auto si è fermata in piazza San Filippo Neri, le due coppie sono scese e Federica è stata aggredita dal 28enne che prima le ha strappato il cellulare dalle mani rompendolo a terra, poi se la sarebbe presa direttamente con la proprietaria. Calci e pugni ovunque, una violenza inaudita che non si è placata neppure quando la giovane è caduta a terra. In sua difesa è intervenuta solo l’amica che le ha stretto le braccia attorno al volto per proteggerla e che è stata colpita a sua volta. Poi i due ragazzi sono scappati a piedi.
Mentre Federica era su un lettino al pronto soccorso i due erano stati rintracciati alla stazione di Civitanova. Addosso avevano le chiavi di casa e del ristorante della giovane. «Mi ha colpito con una violenza inaudita – ha raccontato Federica –.

Mi ha preso a pugni e calci in faccia, sulle braccia, sulla schiena. Ho voluto raccontare la violenza che ho subito perché cose del genere non accadano più. Queste cose non devono assolutamente succedere».

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