Reddito di cittadinanza: chi può richiederlo,
quando parte, per cosa si può spendere

Reddito di cittadinanza: a chi spetta, quando parte, per cosa si può spendere
Reddito di cittadinanza: a chi spetta, quando parte, per cosa si può spendere
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Giovedì 4 Ottobre 2018, 12:54 - Ultimo aggiornamento: 13:13

Reddito di cittadinanza in arrivo? Per adesso, tra i numerosi proclami per il cavallo di battaglia del M5S, c'è ancora molta incertezza, specialmente per quanto riguarda le cifre e la data in cui diverrà realtà. Laura Castelli, viceministra dell'Economia, ha però rilasciato diverse anticipazioni su vari aspetti riguardanti il reddito di cittadinanza: tempi, requisiti e altri dettagli tecnici. Ecco quali.

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REDDITO DI CITTADINANZA, QUANDO SI PARTE? L'introduzione del reddito di cittadinanza, ovviamente, non è qualcosa che può essere fatto dall'oggi al domani. Per vederlo partire, infatti, occorrerà attendere il 2019, oltretutto in due fasi: nel primo trimestre del prossimo anno partirà infatti la riforma dei centri dell'impiego (costo stimato di un miliardo di euro), ma solo ad aprile verranno effettivamente erogati i primi sussidi (per un costo annuale compreso tra i 9 e i 10 miliardi).

REDDITO DI CITTADINANZA, I REQUISITI Secondo le stime, a percepire il reddito potrebbero essere ben sei milioni e mezzo di italiani. Il sussidio, variabile a seconda del reddito Isee, potrà essere percepito da due persone della stessa famiglia, possono aver diritto al sussidio calcolato con un coefficiente che va da 1 a 1,5 in base al numero dei membri del nucleo familiare. 

COME FUNZIONA I primi destinatari del reddito di cittadinanza sono ovviamente i disoccupati. Per questo, dopo la riforma trimestrale dei centri per l'impiego, il cittadino dovrà impegnarsi a seguire corsi di formazione professionali e a prestare, in attesa di un incarico, otto ore settimanali di lavoro gratuito presso il proprio Comune di residenza. Se il destinatario del reddito di cittadinanza rifiuta per tre volte un lavoro, senza motivo, finisce per perderne il diritto.
Occhio, poi, alle modalità di spesa. L'idea è quella di tracciare tutte le spese, per evitare quelle che Luigi Di Maio ha definito «spese immorali». Per questo, il reddito di cittadinanza potrà essere utilizzato solo per beni di prima necessità, attraverso un'apposita carta o, in alternativa, attravero un'app. Come ha dichiarato lo stesso leader del M5S, col reddito di cittadinanza sarà possibile acquistare beni alimentari, ma non tabacchi o 'Gratta e Vinci'.

REDDITO DI CITTADINANZA, QUANTO COSTA? L'obiettivo del reddito di cittadinanza è quello di integrare quello di chiunque non riesca ad arrivare fino a 780 euro mensili (la soglia della povertà indicata dall'Istat e dall'Unione Europea). Il sussidio dipenderà quindi dal reddito iniziale percepito dal singolo cittadino. Restano però i casi di nuclei familiari numerosi, che potrebbero avere diritto a percepire una quota sempre più ampia, e quelli di famiglie a basso reddito ma proprietarie di immobili. Le cifre, al momento, sono la vera incognita. Prima ancora della ripartizione tra i destinatari del reddito di cittadinanza, occorrerà considerare quella interna allo stesso governo Lega-M5S, con i due partiti che rivendicano quote maggiori per i rispettivi cavalli di battaglia: riforma della legge Fornero sulle pensioni e, appunto, il fatidico reddito di cittadinanza. Matteo Salvini, leader della Lega, aveva infatti creato un caso coi colleghi di governo quando aveva parlato di destinare «non più di otto miliardi» al reddito di cittadinanza ed una cifra non inferiore per la riforma della legge Fornero. Il caso sembrerebbe rientrato, ma sulle cifre restano tanti dubbi: tutto (o quasi) dipenderà dalla legge di bilancio 2019.

LE ALTRE INCOGNITE Ci sono altri fattori che potrebbero incidere sull'erogazione del reddito di cittadinanza.

Le perplessità maggiori, sullo svolgimento tecnico di questa riforma, riguarda due fattori: la totale sfiducia dei cittadini nei riguardi di uffici di collocamento e centri dell'impiego, che avranno bisogno di un vero e proprio ammodernamento, ed il fatto che il lavoro in nero sia ancora ben radicato in varie parti d'Italia, con persone solo ufficialmente disoccupate che potrebbero prendere un doppio reddito.

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