Bolletta luce: arriva l'impronta energetica
per scegliere nel mercato libero

Bolletta luce: arriva l'impronta energetica per scegliere nel mercato libero
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Lunedì 28 Maggio 2018, 17:07 - Ultimo aggiornamento: 17:09
La liberalizzazione del mercato dell'energia si avvicina sempre più e per gli utenti inizia il dilemma: come scegliere il fornitore sul mercato libero con la certezza di non pagare di più? Come districarsi nella giugla di offerte che ogni giorno ci martellano con pubblicità accattivanti e le telefonate degli operatori dei call center? Uno strumento utile arriva dall'Autorità per l’Energia (ARERA) che ha messo a punto, e a breve lo renderà  disponibile, l’impronta energetica, ovvero la possibilità per ogni consumatore di conoscere lo storico dei consumi negli ultimi 36 mesi. Capire quali sono i reali fabbisogni energetici della famiglia è il primo passo per scegliere l’offerta più adatta alle proprie esigenze.

La cosiddetta Energy footprint è una evoluzione della bolletta 2.0 introdotta il 1° gennaio 2016 per gli utenti domestici e le piccole aziende, quella paginetta - tanto per capirci - che accompagna le nostre bollette con la schematizzazione delle informazioni presenti nelle fatture dell’energia elettrica e del gas così che  la lettura risulta più semplice e finalmente riusciamo a capire quanto paghiamo di consumo effettivo, quanto di imposte, quanto di spese per il trasporto e per la gestione del contatore e infine quanto incidono gli oneri di sistema.
Dopo la bolletta 2.0, nel giugno 2016, è diventato operativo il Sistema Informativo Integrato (SII), che  gestisce la banca dati con le  informazioni su tutti i contatori esistenti, associati alle informazioni anagrafiche, contrattuali e tecniche degli utenti (garantendone  la tutela della privacy).

Ed eccoci infine all'impronta energetica: il nuovo servizio - questa è la promessa - sarà semplice e intuitivo, cosicché l’utente, in maniera rapida e efficace, potrà accedere a tutte le informazioni di cui ha bisogno e poter effettuare scelte contrattuali consapevoli. L'impronta energetica  sarà in grado di restituire un quadro generale della propria spesa energetica in un arco temporale abbastanza ampio,  stabilito in  36 mesi. Fondamentale sarà la modalità in cui verranno messi a disposizione i dati dal SII: si tratterà di un servizio di reporting, accessibile direttamente da browser, sintetico nella struttura e nella presentazione delle informazioni, con accesso a una “profilazione di base” delle abitudini, a un monitoraggio comparativo nel tempo e con la possibilità di scaricare e acquisire questi dati in un formato di uso comune. Previsto anche un confronto grafico, attraverso valori di riferimento, con utenti dalle caratteristiche simili o con segmenti appartenenti ad esempio alla stessa area geografica. 
Secondo Aiget, Associazione italiana grossisti di energia e trader, e Sos Tariffe.it, stimare il proprio consumo annuo di kWh e successivamente individuare l’offerta migliore può garantire un risparmio medio in bolletta dell’8,16% circa. L’osservatorio SosTariffe.it mostra che in Italia mediamente si consumano nel 2018 circa 2.932 kWh annui per nucleo familiare. Questo si traduce in una spesa complessiva, in Maggior Tutela, di 564 euro.
I risparmi con il mercato libero, secondo SosTariffe.it, si ottengono solo selezionando la tariffa giusta in base al proprio profilo di consumo: individuando la tariffa più conveniente in ogni regione si è potuto stimare come il risparmio, rispetto alla tariffa di Maggior Tutela, vada dai 41 euro delle Marche ai 52 della Calabria, pari a una convenienza tra il 7,89% e l’8.18%.

«Col mercato libero nasceranno nuove iniziative spontanee per assistere nella scelta anche quei clienti che usano meno il web» dice  Massimo Bello,  presidente di Aiget, «non dimentichiamo che il risparmio è tutto sulla materia prima energia della bolletta, mentre le altre componenti sono regolate e pesano oltre il 50% della bolletta.
Il mercato ha conseguito risultati importanti. Infatti l’8% sul totale della bolletta significa in realtà che si può risparmiare fino al 20% della componente materia prima, ferme restando le altre voci. È su queste ultime che occorre vigilare, auspichiamo che non crescano più come è sempre accaduto negli ultimi 10 anni
».
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