Qui Haier trasferirà il suo quartier generale europeo arricchendo il proprio portafoglio anche con gli altri marchi della Candy: Hoover e la francese Rosières. Ma è allarme tra il migliaio di addetti del centro in provincia di Monza per l'annuncio inatteso, arrivato a due giorni dalla mancata firma, da parte dei sindacati, dell' accordo con l'azienda per evitare circa 200 licenziamenti attraverso cassa integrazione e tagli salariali. E dalla Fiom Cgil parte l'appello per un incontro al ministero dello Sviluppo economico, così da chiedere ai cinesi garanzie sul futuro dell'unico stabilimento italiano rimasto.
«Qingdao Haier e Candy Group condividono la stessa visione, che è quella di continuare a migliorare la qualità della vita delle famiglie.
Crediamo che la capacità di innovazione, tecnologia e design unite allo stile italiano di Candy si integreranno perfettamente con il modello operativo di Qingdao Haier», hanno commentato Aldo e Beppe Fumagalli, rispettivamente presidente e a.d di Candy. I due fratelli lasciano il controllo dell'azienda familiare che ha prodotto nel 1945 la prima lavatrice italiana per poi inventare, alla fine degli anni '50, la lavabiancheria moderna a carica frontale. Da allora la società è diventata produttore di grandi e piccoli elettrodomestici con un percorso che l'ha portata più di recente a delocalizzare la produzione fuori dall'Italia, Cina compresa, e ridurre così i costi. Ora nell'era dell'Internet of Things tocca a Haier, attraverso Candy, espandersi sui mercati europei degli elettrodomestici intelligenti, un settore dove il gruppo cinese è già tra i leader nel mondo.