«Ragazza disinibita, per chi cerca
sesso facile»: l'incubo di una 19enne

«Ragazza disinibita, per chi cerca sesso facile»: l'incubo di una 19enne
di Gabriele Pipia
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Mercoledì 27 Giugno 2018, 09:18 - Ultimo aggiornamento: 10:18
CAVALLINO TREPORTI (VENEZIA) - Un foglio all'ingresso del condominio, un cartello alla fermata dell'autobus, una scritta con la bomboletta spray sul muro in pieno centro. Sono solamente tre esempi, ma i casi sono più di venti: offese di ogni genere, sempre e solo a sfondo sessuale, nei confronti di una studentessa di 19 anni. Insulti terribili, accompagnati da nome, cognome e numero di cellulare. E quasi sempre c'è pure un chiaro invito agli uomini: «Ragazza disinibita, per chi cerca sesso facile».  Negli ultimi sei mesi la giovane vittima, una diciannovenne di Cavallino Treporti (Venezia), ha presentato quattro volte denuncia. Purtroppo non è bastato. «Ne  
ho appena presentata un'altra perché questa storia mi ha segnato e spero che i responsabili non la facciano franca» racconta ora la ragazza, con la voce agitata e con il cuore che batte. Dallo scorso 12 dicembre, quando ha trovato la prima scritta offensiva sul tappeto davanti a casa, vive con un incubo costante: quello di girare per il proprio paese e scoprire altre pesanti offese. 

«Il nostro comune è piccolo e le voci corrono: tutto ciò le ha rovinato l'anno scolastico ma una cosa del genere rischia di segnarla per sempre» aggiunge la madre, che ha appena convinto la figlia ad andare fino in fondo presentando una nuova denuncia. I reati ipotizzati sono diffamazione aggravata e atti persecutori. 

TUTTI I NOMI
Rispetto alle denunce precedenti, però, ora c'è una novità. La giovane, assistita dall'avvocato Stefano Tigani, ha messo nero su bianco il nome di venti ragazzi e tre ragazze. «Non ho idea di chi possa aver fatto quelle scritte - spiega - ma in ogni caso queste persone, che conosco, potrebbero aver saputo qualcosa in merito. Chiedo quindi che vengano sentite». Su quella lista ci sono soprattutto i suoi coetanei: giovani del paese con cui la diciannovenne ha più volte avuto a che fare e che potrebbero aver molto da dire su questa brutta storia. 

LE MOLESTIE
Il primo episodio risale ai primi di dicembre, l'ultimo è emerso il 30 marzo. In mezzo quattro mesi di insulti pubblici scoperti spesso e volentieri proprio dal padre e dalla madre della ragazza, che ad un certo punto hanno deciso di setacciare il paese. Settimana dopo settimana hanno scoperto che quelle scritte, con nome e cognome della figlia, erano comparse perfino nei bagni pubblici, sulla vetrata di un negozio, al faro del paese e sulla macchinetta che vende i biglietti del bus. «Il paese era tempestato di scritte che mi hanno offeso e mi hanno provocato un grandissimo stato d'ansia - spiega la giovane -. Solo adesso, grazie alla mia famiglia e ad alcune amiche, ne sto lentamente uscendo». 

LA LETTERA ANONIMA
A marzo sulla casella di posta elettronica della segreteria del sindaco di Cavallino era arrivata una mail anonima: «Chiediamo scusa per quanto accaduto, non ci eravamo resi conto della gravità dei nostri gesti». La prima cittadina Roberta Nesto aveva risposto invitando gli autori a presentarsi in municipio o dalle forze dell'ordine, ma non si è fatto vivo nessuno. Pare che nessuna telecamera abbia immortalato l'autore delle scritte, e così il mistero resta. È tutto frutto dell'idea di un'unica persona oppure c'è la regia di un gruppetto? La mente è un ragazzo rifiutato oppure, magari, una ragazza invidiosa? Le indagini dei carabinieri proseguono, intanto il sindaco ha incontrato la studentessa chiedendo a chiunque abbia delle informazioni di rivolgersi al Comune. 

«Noi intanto abbiamo presentato questa nuova denuncia - sottolinea l'avvocato Tigani - per riassumere tutto quello che è successo in questi mesi e perché vogliamo evitare che fatti simili si ripetano. Chiederemo in ogni caso il risarcimento del danno». Nella denuncia la giovane scrive pure di essersi iscritta all'associazione Gens Nova Onlus, impegnata sui temi di stalking, violenze e bullismo. Ora è ancora aperta la caccia al responsabile, poi eventualmente si aprirà il processo penale. La giovane prova a dimenticare, ma ad ogni passo si guarda attorno. Ovunque, per strada, teme di leggere il proprio nome. 
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