ARQUATA DEL TRONTO - Non capita spesso di effettuare un'escursione tra due Parchi nazionali. L'occasione, perché no a partire già da questo ponte, viene offerta dal Grande anello Di Arquata (Gada) che è stato aperto, messo in sicurezza e tabellato dalla vivace associazione Arquata Potest e che si sviluppa interamente tra il Parco nazionale dei Monti Sibillini e quello del Gran Sasso - Monti della Laga. Un progetto nato già qualche mese prima che si scatenasse il tremendo sisma del 2016 che ha scosso e messo in ginocchio l'entroterra ascolano ed in particolare il territorio del Comune di Arquata e concluso all'inizio di maggio.
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LA MAPPA
Un percorso affascinante e coinvolgente tra castagneti secolari, fiumiciattoli, antiche chiese, ruderi pre-romani, tracce di antichi insediamenti e scorci mozzafiato sulle montagne dell'Appennino centrale.
Partendo da Borgo, ci si dirige verso l'antica strada consolare Salaria e quindi si risale il versante meridionale, quello dei Monti della Laga, camminando tra castagneti secolari, per poi rientrare sul versante nord, quello del Parco dei Monti Sibillini, ridiscendendo dalle falde del Monte Vettore lungo i pendii del Ceresa. Questo è il giro in senso orario ma può essere effettuato anche al contrario. Lungo il percorso si incontrano strutture ricettive per il pernottamento o solo per rifocillarsi (l'elenco è consultabile sul sito www.arquatapotest.it – sezione camminarquata). Ogni struttura ricettiva dispone della brochure del GADA.
I sette fratelli
Sette i segmenti proposti da Arquata Potest che possono anche essere accorpati qualora gli escursionisti fossero moderatamente allenati.
Borgo-Trisungo-Faete (5km – 1h e 30min); il sentiero parte dalle Sae di Borgo e, attraverso circa 2 km di campi e boschi, entra a Trisungo. Un'edicola sacra dedicata alla Madonna delle Grazie (patrona di Trisungo) e San Francesco (patrono di Borgo di Arquata), segna l’ingresso al paese. Un antico tracciato, reso carrabile e poi nuovamente abbandonato, porta comodamente nella frazione Faete, dove è possibile ammirare la Chiesa della Madonna della Neve (XII secolo).
Faete-Spelonga (1,5km - 35min): partendo dell’antica chiesa di San Matteo (vicino al campetto sportivo), si attraversa un magnifico castagneto secolare che improvvisamente si apre con una panoramica su Arquata capoluogo e la sua Rocca, che hanno stoicamente resistito ai terribili eventi sismici. Lungo questo sentiero si possono ammirare muretti a secco. Evidenti anche alcuni tratti di selciato ancora ben conservati, che aiutavano il passo degli animali da soma in antichità.
Spelonga-Monte Comunitore-Colle (15km - 5h): partendo da Spelonga si raggiunge a piedi, nella parte più alta del paese, la chiesetta di S. Emidio (ca. 970 m). Da qui si prosegue per una mulattiera a poi su una pista, fino a giungere alla chiesa della Madonna dei Santi (XV secolo). Raggiunto il Comunitore, si aggira il monte scendendo in direzione sud, raggiungendo così l’evidente mulattiera che, dopo un paio di brevi tornanti, permetterà il ricongiungimento con il Sentiero Italia. Si scende, si attraversa il fosso scavato dal torrente Vargo, fino a giungere alla chiesa della Rocchetta, situata in posizione panoramica a 1108 m sul Monte Rocca. Da lì si procede per Colle d’Arquata.
Colle-Grisciano (5,6km – 1h e 40min): l’ingresso dal lato di Colle dell’itinerario parte circa 2 km dopo la frazione stessa (lungo la Provinciale 20) in direzione Spelonga. Da qui il percorso prosegue scendendo nel bosco. Lungo il sentiero si possono apprezzare alcuni muretti di segnalazione dell’antico confine tra il Regno di Napoli e lo Stato Pontificio. Il percorso scende fino alla frazione di Grisciano (Accumoli, nel Lazio), per poi seguire in piano la strada che diventa brecciata ed agevole, fino ad uscire nei pressi del ponticello sul torrente Chiarino.
Grisciano-Tufo-Pescara del Tronto (6,3km – 2h e 10min): oltrepassando un ponte pedonale sul fiume Tronto a Grisciano, si raggiunge il bivio tra il Sentiero Italia e il Cammino nelle Terre Mutate, indicato da un palo con 3 frecce e relative indicazioni. Una comoda mulattiera brecciata scende fino alla frazione di Tufo, dove si arriva dopo circa un chilometro, attraversando nel finale un piccolo ponticello sul Rio Capodacqua. Da Tufo si entra nel bosco fino a raggiungere la spettacolare pianura Campi di Sotto; si incontra poi un muro a secco di epoca preromana. Conclude il sentiero il canyon in arenaria di Vena dei Corvi.
Pescara del Tronto-Camartina-Pretare (12km - 4h): il sentiero parte dal cimitero di Pescara del Tronto, attraversando diverse tartufaie; quindi svalica per dirigersi verso Arquata capoluogo, attraverso castagneti secolari. Lungo il sentiero si incontrano una fonte denominata la Botte e i ruderi dell’antica Casa del Conte Gallo, il tutto contornato da meravigliosi scorci. Il percorso sale fino alle pendici del Monte Vettore con possibili soste presso Fonte Cappella e Picchio 7. Si entra a Pretare attraversando una pineta, affiancando un’antica fornace.
Pretare-Piedilama-Borgo (5,1km – 1h e 25min): da Pretare si scende lungo l’antico sentiero che costeggia il fosso della Pianella fino a Piedilama. Da qui si imbocca una mulattiera che sale regalando numerosi spunti panoramici sulle catene circostanti. Si arriva a Borgo passeggiando lungo la macchia di San Pietro, raggiungendo così la frazione che ospitava la Sindone di Arquata nella Chiesa di San Francesco.