Razionale, indipendente, pragmatica. Roberta Di Stefano è un’imprenditrice a tutto tondo, che ha impiegato energie creative e lato artistico coltivato fin da quando era piccola, coronando il sogno di dare vita a qualcosa di suo, originale e unico. «Vengo da una famiglia di imprenditori con una concezione aziendale patriarcale - spiega Roberta, iniziando a raccontare della sua adolescenza fra gli uomini che hanno reso grande la realtà del Maglificio Gran Sasso - dove io all’epoca ero l’unica donna che aveva in testa di fare qualcosa in maniera indipendente. Mio padre Eraldo - aggiunge Roberta, con emozione - mi ha dato pieno appoggio e completa fiducia. Mi dicono che gli assomiglio anche nell'approccio e questo mi riempie di orgoglio».
Eraldo e sua moglie Alferina, si trasferiscono ad Ascoli proprio per far studiare i figli, Ferdinando, Guido e Roberta, e non costringerli a lunghe trasferte che faceva il padre.
Il trasferimento
«Abitavo in centro, in via del Trivio e a piedi giravo dovunque - ricorda Roberta, che sfrecciava anche con la sua Vespa 50 bianca e che parcheggiava vicino all’allora Pelmar, accanto al Caffè Meletti, incontrando gli amici in piazza - con poco tempo raggiungevo la scuola, andavo alle lezioni di danza classica e pianoforte».
Le passioni
Lo dice mentre confessa un’altra sua passione artistica, quella del canto: «Da bambina ho vinto un festival locale e avevo un piccolo complesso formato dai miei fratelli e cugini. D'estate era un bellissimo passatempo». Tenacia e perseveranza sono tratti distintivi dell’adolescenza di Roberta, ma tra i tanti impegni non rinunciava alle vasche in piazza.
I viaggi
E poi i viaggi in giro per il mondo: «A 16 anni sono partita per la prima volta da sola, con amici di famiglia, per un viaggio in Egitto. Sono stata miracolata - spiega Roberta ricordando l’escursione in nave e il naufragio sul Nilo con 17 morti, avvenuto nel 1981 - perché sono riuscita ad uscire da un oblò e mi sono salvata. Ho subito due anestesie totali e ho perso 10 chili in una settimana. Quando sono riuscita a parlare con i miei genitori - prosegue Roberta, ricordando quei momenti così drammatici - ho cercato di tranquillizzarli». All’arrivo della figlia in Italia, hanno capito che la realtà era diversa. Roberta ha saputo trasformare questo episodio in tempra e coraggio: «Ho continuato a viaggiare, ad andare in barca - spiega Roberta con la stessa serenità avuta all’epoca - senza paura. Quest’anno ho preso anche la patente nautica». Per lavoro, Roberta sa guardare avanti per capire i cambiamenti e le tendenze. Ma è certa che per fare bene, non solo nel lavoro, servono i fondamentali.
Lo spirito
Affrontare la vita con lo spirito giusto, prepararsi con lo studio e avere senso di responsabilità, questi i consigli di Roberta ai giovani: «Bisogna rispettare sempre chi ci sta a fianco e lavora con noi - conclude Roberta - come credo di aver fatto io. Ho dipendenti che hanno iniziato con me trent’anni fa: una cosa che mi riempie d'orgoglio. Inoltre, non mollare mai, se vuoi alla fine ottieni perché, anche quando vedi che tutto diventa buio, prima o poi la luce ritorna».