La riempe di schiaffi e calci in strada
e poi la minaccia: «A casa ti violento»

La riempe di schiaffi e calci in strada e poi la minaccia: «A casa ti violento»
di Sabrina Marinelli
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Sabato 19 Gennaio 2019, 04:05
SENIGALLIA - «Adesso ti porto a casa, ti violento e ti faccio male fino a farti venire il sangue». Sono le parole che un 52enne senigalliese, alla sbarra per stalking, tentata violenza sessuale, lesioni personali e danneggiamento, ha rivolto all’ex. Riguardano l’episodio più grave, avvenuto nell’estate del 2016, che ha segnato la rottura del rapporto.
La vittima, una 40enne senigalliese, ha ripercorso giovedì in aula l’escalation di aggressioni fisiche e psicologiche subite oltre ai pedinamenti. Una relazione pericolosa, offuscata dalla gelosia dell’uomo, andata avanti fino all’ultimo episodio che per lei ha segnato il punto di non ritorno. Assistita dall’avvocato Domenico Liso, la 40enne ha ricordato come una sera, all’uscita da un ristorante, l’ha presa a calci nel sedere, tirata per i capelli per poi scaraventare a terra il cellulare, fino a romperlo. Sempre a calci l’aveva obbligata ad entrare in casa, un’abitazione nel quartiere del Vivere Verde.
  
Percossa con una gruccia perché cercava di opporre resistenza, aveva iniziato a spogliarla. Visto che lei non collaborava si è voltato per afferrare il televisore. In quel momento lei è riuscita a scappare seminuda in strada a chiedere aiuto. Alla polizia l’uomo ha detto che si trattava di un semplice litigio. Lei però ha messo un punto alla loro relazione che quel giorno è finita davvero. L’ha denunciato e lui è stato rinviato a giudizio. Da quanto emerso il 52enne, di professione artigiano, era geloso dei colleghi della sua compagna a cui aveva detto “preferisci loro perché sono laureati” ma lo era un po’ di tutti, anche di un barista. Una sera l’aveva raggiunta in un locale dove stava insieme ai colleghi portandola via, lo stesso era accaduto mentre era con le amiche.

La seguiva e la pedinava. Lei ieri ha raccontato tutto, protetta da un paravento, per evitare che il suo sguardo potesse incrociarsi con quello dell’imputato presente. È stato ascoltato anche un poliziotto, intervenuto la sera in cui seminuda scappava e due residenti, corsi in aiuto della donna. Hanno riferito che lui l’aveva raggiunta e, afferrandola per i capelli, la stava trascinando per riportarla in casa.
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