«Un sindaco è arrivato fino a Jesi
per scaricare un giovane straniero»

«Un sindaco è arrivato fino a Jesi per scaricare un giovane straniero»
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Sabato 20 Ottobre 2018, 07:00 - Ultimo aggiornamento: 10:14
JESI - «Che tristezza! Non ci sono solo i gendarmi francesi a deportare i migranti. Cose simili accadono anche vicino a noi». A rivelare il caso, con un post sui social, è Franco Pesaresi, direttore dell’Asp, l’Azienda servizi alla persona che gestisce servizi e assistenza sociali a Jesi e nei 21 Comuni dell’Ambito IX. «Qualche giorno fa- spiega Pesaresi nel post- il sindaco di un comune delle Marche, stanco di vedere un disabile straniero senza famiglia girovagare nel suo territorio, ha caricato il disabile nella sua auto, ha fatto addirittura un centinaio di chilometri e ha abbandonato il disabile nel territorio di Jesi. Siamo ormai rassegnati a tutto. A me è rimasta ancora un po’ di indignazione».

 

Una segnalazione che fa sobbalzare e raccoglie condivisioni e commenti scandalizzati, anche eccellenti. E che suscita il parallelo coi fatti saliti alla ribalta nazionale del confine italo- francese. Vittima della vicenda, «uno straniero, di un Paese comunitario, e con disabilità» aggiunge al telefono Pesaresi. «Da qualche giorno l’uomo si è sistemato al di fuori del Centro di accoglienza per senza fissa dimora di via Cascamificio, dove è stato lasciato da questo primo cittadino marchigiano». Sui nomi del sindaco e del Comune in questione, Pesaresi è impenetrabile. «Un centro non della provincia, a un centinaio di chilometri da qui» si limita a dire il direttore dell’Asp. Fatto sta che, spiega Pesaresi: «Il sindaco di questo centro, probabilmente stanco di vedere questa persona in giro, l’ha fatta salire, secondo quanto abbiamo capito, sulla sua auto personale. E poi, facendo dunque pure parecchia strada, l’ha portata fino a Jesi, per poi lasciarla infine davanti al Centro d’accoglienza. Solo, senza alcuna indicazione per lui e senza prendere alcun tipo di contatto con noi e i responsabili della struttura. Il tutto in pieno giorno, quando il Centro, che è destinato all’accoglienza notturna e apre solo intorno alle 18 di sera, è chiuso e non c’è nessuno».
Il sindaco poi è ripartito, abbandonando l’uomo. A quel punto lo straniero, «si è in qualche modo accampato nelle vicinanze del Centro ed è lì da quando ci è stato lasciato- dice Pesaresi- noi stiamo continuando a provare a convincerlo almeno a entrare dentro la sera, per dormire al caldo. Ma per ora non ci siamo riusciti. Anche perché lui è molto sospettoso e diffidente, nei confronti di tutti». La vicenda «abbiamo potuto ricostruirla- dice Pesaresi- da quel poco che siamo riusciti a comunicare con questa persona. Quando si è delineato quanto era accaduto, non ho potuto fare a meno di scriverlo pubblicamente». 

Su quali tipi di approfondimenti possa avere la storia, si stanno effettuando le dovute valutazioni. Dal canto suo il direttore dell’Asp spiega: «Con il Comune in questione in questi giorni abbiamo poi naturalmente preso contatto. Ma, devo essere sincero, non è che ne abbiamo ricavato molto. Ci hanno genericamente detto che questa persona avevano provato e avrebbero voluto aiutarla. Ma che l’uomo non era stato collaborativo». A quel punto dunque il viaggio addirittura fino a Jesi, mettendo un centinaio di chilometri di distanza fra l’uomo, che non ha problemi nel deambulare, e il centro marchigiano che ha fatto evocare a Pesaresi la frontiera italo- francese. 
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