I capanni abusivi
In diversi, addirittura, hanno creato dei veri e propri capanni e ripari artigianali per proteggersi dal sole e negli anni scorsi in molti trascorrevano la notte qui, in riva al mare. L’allarme di ieri mattina ha posto di nuovo l’attenzione sul fenomeno dei “furbetti della tintarella”, ovvero di chi si avventura in zone vietate, magari giocando alla roulette russa con la fragile falesia del Conero. Ieri mattina è scattato il fuggi fuggi quando si è verificata la frana. Fortunatamente nessuno è rimasto ferito. Tutte le persone presenti oltre i cartelli di divieto sono state fatte sgomberare e l’intera zona è stata transennata con i nastri bianche e rosse.
Chi controlla?
A questo punto, vista la situazione, si impone una domanda: a che servono i cartelli, ben visibili, di divieto di accesso, gli avvertimenti e i transennamenti se poi nessuno controlla? Un interrogativo che riguarda anche le altre zone interdette perché a rischio. Soprattutto quelle del Trave, dove in passato alcuni bagnanti che stazionavano in zone proibite sono stati costretti a precipitose fughe e alcuni sono rimasti feriti. Così come nel tratto che dalla spiaggia libera Ramona, a nord di Portonovo, porta a Mezzavalle, dove addirittura i cartelli di divieto sono misteriosamente scomparsi. Un tratto che addirittura molti percorrono a piedi, passando anche sull’acqua, con alle spalle la pericolosa falesia a picco. O dove in tanti, come abbiamo verificato sia ieri che nei giorni scorsi, si fermano a prendere il sole con tanto di ombrelloni e borsoni per l’intera giornata. Posti splendidi, indubbiamente, ma estremamente pericolosi. Eppure in pochi rispettano i divieti e, soprattutto, in pochi controllano.