ANCONA È il coronamento del sogno di una vita. Alessandro Cortese De Bosis, l’ambasciatore per antonomasia, è diventato cittadino anconetano stabilendo la sua residenza nella torre di Portonovo che porta il nome della sua famiglia. Quella torre che il nonno Adolfo, poeta ed uomo di cultura, acquistò agli inizi del 1900 dal Demanio, e che lui ha frequentato fin da quando era in fasce. «Avevo appena due mesi (è nato a Roma il 23 aprile del 1926 ndr.) quando i miei genitori mi portarono in questo posto e da allora l’ho sempre frequentato con mia moglie e la mia famiglia d’estate, il mio buen retiro», riavvolge il nastro.
Il racconto
La vita di Alessandro si è sviluppata in tutto il mondo in quanto come ambasciatore d’Italia è stato a Parigi, Mosca Washington, Budapest, Copenaghen ed è stato console a New York (dove ha istituito la prima scuola italiana negli Stati Uniti, il Liceo Ginnasio Guglielmo Marconi) ma il suo cuore è sempre rimasto a Portonovo. «La mia famiglia, anconetana d’origine, aveva un podere a Pietralacroce – racconta – e mio nonno si innamorò di questo posto ancora vergine e selvaggio. Ha avuto 7 figli, fra cui mia madre Charis e lo zio Lauro», anche lui poeta e letterato noto soprattutto per il suo impegno antifascista, che lo condusse al famoso volo su Roma del 4 ottobre del 1931 quando sorvolò la capitale lanciando dall’areo 400mila volantini contro il regime. «Ricordo ancora - prosegue - quando da ragazzo giocavo a nascondino nel vicino Fortino, quando la mitica Emilia diede vita alla sua attività dando il via allo sviluppo turistico».
La decisione
Ora, a 97 anni, diventa anconetano, residente al numero 173 della frazione Poggio. «In verità è un indirizzo non molto chiaro - afferma -. Propongo al sindaco e all’amministrazione comunale di far intestate la piazzetta di Portonovo ad Emilia (Giulia Palmina Temperoni) e le vie ad altri storici personaggi del posto, come Aroldo Giacchetti o mio nonno Adolfo. In questo modo si caratterizzerebbe meglio la baia».