ANCONA Erano volati tavolini e sedie. Nel marasma infernale qualcuno aveva anche brandito una catena, qualcun altro aveva minacciato i rivali con una bottiglia puntata al collo. Un caos, quello del pomeriggio dello scorso 5 aprile, che aveva fatto tremare il cuore del centro cittadino con la paura di un ritorno sulla scena delle famigerate gang giovanili. Quasi tre settimane di indagini scrupolose hanno portato i carabinieri del Norm a denunciare sette persone per quella maxi zuffa degenerata tra via Benincasa e corso Mazzini, all’altezza del dehor di Rosa Food. Tre di loro sono minorenni, studenti di età compresa tra i 16 e i 17 anni, tutti di origine sudamericana.
I reati
Le contestazioni, a vario titolo: rissa, resistenza a pubblico ufficiale e porto di oggetti atti ad offendere.
La ricostruzione
La rissa, a un certo punto, era degenerata. Sentendo baccano, era uscito fuori dalla cucina di via Benincasa, uno dei cuochi di Rosa, un tunisino di 38 anni. E le aveva prese, finendo poi al pronto soccorso. I momenti che si erano susseguiti in maniera concitata sono stati minuziosamente ricostruiti dai carabinieri. Il caos era poi esploso definitivamente nel dehor di Rosa. Era stato un tutti contro tutti. «Prendevano le bottiglie rotte e te le puntavano addosso - aveva detto ancora il titolare de L’Arte della Pizza - volavano tavolini, sedie». I più giovani, al grido di «tanto siamo minorenni, non ci potete far nulla», avrebbero utilizzato nella zuffa oggetti di vario tipo, tra tavolini lanciati, sedie divelte e una catena, successivamente sequestrata dagli operatori, intervenuti per sedare e riportare alla normalità la situazione. Alcuni, all’arrivo dei carabinieri, si sarebbero opposti anche al controllo. Nel marasma c’erano stati colpi e contraccolpi, chi cercava di pararli e chi, per difendersi, rispondeva come poteva.